Dietro ogni stupro c'è un contesto famigliare disorganizzato

- di: Camilla Mattei
 
Il caso di Ciro Grillo, figlio del comico e fondatore del M5S, Beppe Grillo, in questi ultimi giorni sta facendo il giro del web e, più in generale, dei media. È accusato di avere stuprato, insieme ad altri tre ventenni, una ragazza nella villa di famiglia a Porto Cervo, in Sardegna, nell’estate di due anni fa. Mentre ancora il gup non si è pronunciato sulla richiesta di rinvio a giudizio, può essere interessante prendere come spunto questa triste vicenda, che ancora non ha una fine, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dello stupro, utilizzando però un altro punto di vista spesso dimenticato: la famiglia.

Dietro ogni persona violenta e aggressiva che esercita potere, in questo caso in forma fisica e sessuale, su un altro soggetto, c’è nella maggior parte dei casi una famiglia, una coppia di genitori che l’ha cresciuta a suo modo, che ha dato un’educazione e insegnato come comportarsi nel mondo. È importante specificare che non si parla solo di un modo giusto di educare un bambino per renderlo pronto al mondo esterno futuro. Si tratta di analizzare i comportamenti che i genitori hanno di fronte al bambino e che verranno da lui internalizzati e imitati sempre di più. I genitori plasmano, indirizzano e istruiscono i propri figli che in un futuro non molto lontano diventeranno adulti interagenti col mondo sociale.

Il nucleo familiare altro non è che il trampolino di lancio che ogni ragazzo utilizza per fare l’ingresso nella società degli adulti; può essere inteso anche come una prima e importante prova per sapere stare al mondo, e per questo tutti i comportamenti messi in atto all’interno del nucleo verranno poi ricercati e riproposti dal ragazzo una volta maturato. Risulta quindi molto importante la qualità del legame con i genitori, meglio definito legame di attaccamento (J. Bowlby). Attraverso questa relazione così intima vengono infatti costruite e interiorizzate le strutture fondanti della personalità. Tornando al tema dello stupro, può essere utile andare a ricercare in maniera trasversale ciò che potrebbe avere un peso rilevante nella costruzione dei comportamenti della persona che mette in atto uno stupro, una violenza: il contesto famigliare in cui è cresciuto.

Dagli studi sui legami di attaccamento è evidente che il modo con cui il genitore si approccia al figlio si rifletterà irreversibilmente su quello con cui il futuro adulto si approccerà alle altre persone e sul suo assetto personologico in via di costruzione. Numerosi studi hanno dimostrato che un legame di attaccamento non soddisfacente, definito dagli addetti ai lavori “disorganizzato”, correla in fase di sviluppo con atteggiamenti aggressivi e comportamenti esternalizzanti verso i pari. Quindi, se è vero che la violenza genera violenza, non risulta difficile comprendere che il comportamento genitoriale è l’interruttore in grado di spegnere a monte qualsiasi tipo di comportamento non consono nella società di oggi. Ciò si attua non solo con la classica frase “Questo non si fa! È sbagliato” ma riuscendo concretamente a mostrare comportamenti in grado di far crescere il bambino in maniera sana.

Il bambino-futuro adulto, infatti, può essere considerato, in questo caso, come una tabula rasa, un contenitore vuoto pronto ad accogliere e a far diventare sue le dimostrazioni comportamentali dei genitori. Vivere in un ambiente famigliare dove vige violenza e mancanza di affetto può portare il bambino a non sviluppare quelle giuste capacità empatiche che potrebbero discriminarlo, tra le altre caratteristiche, da un futuro stupratore. Tutto questo molto spesso viene dato per scontato, perché è normale pensare che i genitori abbiano il dovere di educare, ma non è tanto scontato che si pensi sempre al modo migliore di educare. Il ruolo della famiglia, dei genitori, appare sicuramente molto complesso, anche prendendo in considerazione il fatto che prima di essere genitori essi stessi sono stati figli di altri genitori con un’educazione e comportamenti propri. È chiaro che si è dentro una catena difficile da allentare se fin dal principio è disfunzionale, ma una giusta sensibilizzazione su questo tema potrebbe comunque portare a dei benefici.
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