Raggiunto l’accordo per i lavoratori pubblici: aumento salariale del 6%. Cisl firma, Cgil e Uil no

- di: Marta Giannoni
 
Un importante passo avanti per i dipendenti delle funzioni centrali è stato compiuto con la firma definitiva del nuovo contratto nazionale di lavoro. Il segretario generale della Cisl Funzione Pubblica, Maurizio Petriccioli, ha descritto l’accordo come un risultato significativo per il settore pubblico, sottolineando che il nuovo contratto garantirà un aumento medio delle retribuzioni pari al 6%.
Abbiamo firmato definitivamente e con convinzione il nuovo contratto nazionale di lavoro del comparto delle funzioni centrali, un traguardo che offre risposte concrete alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori del settore pubblico”, ha dichiarato Petriccioli a margine della sottoscrizione presso la sede dell’Aran.

Dettagli dell’accordo
Il nuovo contratto prevede un incremento salariale medio di oltre 165 euro lordi al mese, che interesserà tutte le qualifiche professionali, dagli operatori agli assistenti, fino ai funzionari e alle elevate professionalità. Si tratta di un miglioramento significativo rispetto agli aumenti dei contratti precedenti, che erano stati del 4,07% per il triennio 2019-2021 e del 3,48% per il periodo 2016-2018.
Oltre agli aumenti retributivi, l’accordo introduce misure mirate a migliorare le condizioni economiche dei lavoratori. Una di queste è rappresentata dallo 0,22% del monte salari destinato alla contrattazione integrativa. Questo consentirà di superare i limiti sui trattamenti accessori imposti dalla legge Madia, una misura già prevista nella prossima legge finanziaria.

Prospettive future
Petriccioli ha sottolineato che il contratto offre una visione ottimistica per il futuro dei lavoratori pubblici, grazie alla programmazione di ulteriori aumenti salariali medi di circa 327 euro lordi mensili per 13 mensilità, previsti nel piano di bilancio di medio termine e nella legge finanziaria per i rinnovi contrattuali 2025-2027.
“Firmare i contratti quando si raggiungono condizioni favorevoli per i lavoratori è un atto di responsabilità”, ha aggiunto Petriccioli, evidenziando l’importanza di agire con serietà e di evitare tatticismi nelle trattative sindacali. Il segretario ha anche criticato chi si oppone senza proporre alternative valide, riferendosi in particolare alle trattative in corso per i contratti collettivi nazionali di lavoro della Sanità Pubblica e delle Funzioni Locali.

Fp Cgil, Uila Pa e Usb dicono no
Fp Cgil, Uil Pa e Usb hanno confermato il giudizio negativo sul contratto per le funzioni centrali sottolineando che “per la prima volta, non recupera con gli aumenti stipendiali il maggiore peso dell'inflazione registrato nel triennio di rifermento”. Lo si legge in una nota unitaria dopo la firma dell'accordo da parte di Fp-Cisl, Confsl, Flp e Confintesa. “A fronte di un’inflazione complessiva registrata per gli anni 2022, 2023 e 2024, pari al 15,4%, scrivono in una nota, le risorse del contratto sono il 5,78% che nonostante produca adeguamenti sul tabellare di poco più alti non recuperano neanche l'inflazione”. È “incomprensibile e non condivisibile - sottolineano - la scelta delle organizzazioni firmatarie di avallare questo contratto. I lavoratori, con l'entrata in vigore del nuovo contratto, avranno una perdita definitiva del valore del proprio stipendio dal 2021 (anno di scadenza del contratto precedente) ad oggi pari a 146,51 euro al mese per un funzionario, 120,65 euro al mese per un assistente e 114,62 euro al mese per un operatore”.

Le sfide ancora aperte
Nonostante il successo del rinnovo, restano aperte alcune questioni. In primis, il nodo delle trattative per i contratti della Sanità Pubblica e delle Funzioni Locali, dove le divergenze tra le parti sembrano ancora difficili da sanare. Inoltre, molti lavoratori sottolineano la necessità di ulteriori interventi per migliorare le condizioni di lavoro, come l’aggiornamento delle competenze e una maggiore valorizzazione delle carriere.
Per il momento, il rinnovo del contratto delle funzioni centrali rappresenta un punto di svolta che, nelle parole di Petriccioli, consente di “guardare avanti con fiducia”. Ora, l’attenzione si sposta sugli sviluppi futuri e sulla capacità del governo di mantenere le promesse fatte ai lavoratori pubblici.

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