Porti turistici, allarme di Confindustria Nautica: "Sono risorsa del Paese, della filiera turistica e delle economie costiere"

- di: Daniele Minuti
 
Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica, ha rilasciato delle dichiarazioni all’indomani dell’approvazione degli emendamenti sulle concessioni balneari nell’ambito del Dl Milleproroghe. Con delle parole che suonano come un vero e proprio allarme legato allo stato della portualità turistica.

Porti turistici, allarme di Confindustria Nautica

Dopo le tante critiche rivolte al Dl Concorrenza da parte delle associazioni dei balneari ai tempi del Governo Draghi infatti, Confindustria Nautica sottolinea che per quanto riguarda la portualità turistica c'è s il rischio di un errore anche più grande se quelle regole (pensate per lidi e spiagge) venissero automaticamente applicate alle infrastrutture del diporto, eliminando la normativa specifica che ha regolato a lungo il settore.

Il Presidente Cecchi ha dichiarato
: "Il tema delle concessioni è solo l’inizio del ragionamento sul futuro assetto della portualità turistica. Posto che, a differenza di altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, l’Italia ha scelto di procedere alla realizzazione delle infrastrutture per la nautica ricorrendo agli investimenti del capitale privato, è evidente che occorre salvaguardare le certezze giuridiche e la redditività che è alla base di questi investimenti".

Come ribadito dalla nota ufficiale, questo principio "è stato sottolineato e ribadito da decine di pronunce dei TAR, dal Consiglio di Stato e persino della Corte Costituzionale, quando si è espressa contro l’aumento retroattivo dei canoni – fino al 450% – previsto nel 2007 dalla Legge finanziaria del governo Prodi".

"La Corte"
- prosegue il Comunicato - "ha accolto le osservazioni del CdS secondo cui le regole non possono cambiare nel corso della vigenza della concessione, ma non possono rendere “certamente negativo” l’investimento economico effettuato. Diversamente le conseguenze possono essere solo la fuga dei capitali sani o o l’afflusso di soli capitali di dubbia provenienza.
Una prova di questo assunto è che la modifica alla legge 84/94 sui porti mercantili, ottenuta da Confindustria Nautica, e che stabilisce la priorità per la destinazione al diporto delle aree non più utilizzate, non ha di fatto trovato applicazione"
.

Per questo motivo, ragionare sul futuro della portualità turistica significa cercare di risolvere le criticità che la affliggono da decenni, nell'interesse dell'intero sistema turistico italiano e delle economie costiere.
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