Chiusure, l'appello di Confestetica: "Ogni giorno perdiamo 21 milioni di euro"

- di: Daniele Minuti
 
È un vero e proprio allarme quello lanciato da Roberto Papa, segretario nazionale di Confestetica, nelle sue dichiarazioni rilasciate all'agenzia Dire riguardanti le difficili condizioni in cui versa l'intero comparto dei centri estetici per via delle tante chiusure volute dal Governo.

Papa non usa mezzi termini: "Il nostro settore comprende 80.000 estetiste e 35.000 che ora soffrono chiusure immotivate, un settore prettamente femminile che si occupa di igiene e cura della persona che non può prendersi cura della clientela a causa del Dpcm che ha deciso di chiudere le attività: dal 3 novembre fino ad oggi le saracinesche sono sempre state abbassate tranne le due settimane di apertura arrivate dopo la sentenza del Tar del Lazio, ora con l'ultimo decreto sono stati bloccati anche i parrucchieri".

Chiusure che, naturalmente, causano danni gravissimi alle casse del settore: "Fra vendita di prodotti ed erogazione di servizi, posso dire che il settore perde circa 21 milioni di euro ogni giorno, che nessuno ci restituirà. Con l'arrivo della primavera di solito i clienti cominciano a prendersi cura del proprio corpo ma per via del Dpcm non possono nonostante manchi una motivazione scientifica, i centri sono chiusi e basta a causa di un principio irragionevole e ritenuto un eccesso di potere persino dal Tar".

Capitolo ristori: "Alcune delle nostre associate hanno ricevuto quelli di novembre e dicembre ma la maggior parte no, fra cambi di governo, decreti attuativi non arrivati e altri che aspettano i ristori per i centri storici non si capisce nulla, un caos. Mi auguro che l'esecutivo faccia chiarezza su quelli nuovi. Alcuni trattamenti vengono comunque svolti nonostante il Dpcm per via degli studi "medici-estetici" dove avvengono comunque prestazioni realizzate dall'estetista, ma queste possono rimanere aperte mentre i centri no. La discriminazione è chiara, va capito se è una distinzione di classe per via del titolo di studio o meno, non so quale sia il parametro per decidere chi è costretto a chiudere e chi no: dei 21 milioni persi ogni giorno, circa 7 sono legati alla perdita per la mancata vendita dei cosmetici mentre nelle zone rosse li vendono tutti, dalle profumerie, alle farmacie passando per le erboristerie e Amazon. Sono attività non sospese, vogliamo andare fino in fondo e capire che problemi abbia il ministero della Salute con il nostro settore".
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