Confommercio: la protesta va in vetrina

- di: Barbara Leone
 
È partita da Firenze l’iniziativa lanciata dalla Confcommercio, che ha invitato tutti gli esercenti ad esporre al pubblico le bollette del 2022 a confronto con quelle del 2021. E così nei prossimi giorni i gestori dei pubblici esercizi associati a Fipe- Confcommercio riceveranno una cornice da appendere nei propri locali, per mettere in bella vista le ultime bollette del gas e dell’energia elettrica. La campagna, battezzata “Bollette in vetrina”, arriva proprio nel momento in cui il prezzo del gas ha registrato una forte accelerazione toccando un picco a 301,5 euro a megawattora e superando la soglia psicologica dei 300 euro. Un livello che il prezzo del gas non raggiungeva dall’inizio della guerra in Ucraina, e che con l’annuncio di Gazprom del nuovo stop per manutenzione del gasdotto Nord Stream dal 31 agosto al 2 settembre ha portato ai nuovi aumenti degli ultimi giorni. La situazione adesso per gli esercenti comincia ad essere insostenibile.

Iniziativa di protesta di Confcommercio

La protesta in vetrina propugnata da Confcommercio vuole essere “una grande operazione di trasparenza a livello nazionale per mostrare ai cittadini e agli avventori di bar e ristoranti in quale situazione drammatica le imprese sono costrette ad operare”, dice Aldo Cursano, vicepresidente di FipeConfcommercio. Una protesta che ha una duplice finalità: da una parte si chiede l’aiuto dello Stato, e dall’altra si vuole spiegare ai consumatori perché stanno pagando un po’ di più il caffè o la pizza, anche perché nei prossimi mesi c’è il rischio concreto di ulteriori aumenti.

“Con aumenti dei costi dell’energia del 300%" - spiega Cursano - si lavora con una pistola puntata alla tempia. Se il governo non interviene, o si agisce sui listini o si sospende l’attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che non vorremmo fare. Per questo Fipe Confcommercio" - aggiunge ancora Cursano - "ha chiesto al governo di potenziare immediatamente il credito di imposta anche per le imprese non energivore e non gasivore. Un credito di imposta del 15% per l’energia elettrica non è assolutamente adeguato agli extra costi che le imprese stanno sostenendo ora. Occorre però fare presto, altrimenti si rischia di innescare una spirale inflazionistica destinata a gelare i consumi”.

Intanto in Gran Bretagna è partita la protesta “Don’t pay Uk”, un’iniziativa che ha già raccolto sul proprio sito internet 113.637 adesioni di inglesi che intendono non pagare più le bollette dell’energia. L’idea - si spiega sul sito - è quella di arrivare ad un milione di adesioni ed a una grande manifestazione, una marcia, da fare prima del primo ottobre quando sicuramente scatterà un’ondata di ulteriori rincari. Proprio a inizio mese la Bank of England ha rivisto le stime sull’inflazione nel Regno Unito, facendole salire, per fine 2022, al 13%, mentre a luglio l’inflazione è salita oltre le stime al 10,1%.
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