Confcommercio: "Rallenta la produzione industriale, possibile ribasso per PIL e consumi"

- di: Daniele Minuti
 
L'ISTAT ha pubblicato i dati relativi alla produzione industriale in Italia per ottobre, poi commentati da Confcommercio, dove il valore ha visto una lieve frenata (-0,6% rispetto a settembre) dopo il recupero registrato nel mese precedente con una crescita annuale del 2%.

Confcommercio: "Rallenta la produzione industriale, possibile ribasso per PIL e consumi"

L'Istituto nota che nel trimestre agosto-ottobre l’indice è invece salito dello 0,6% sui tre mesi precedenti e che il suo livello continua a essere sopra dello 0,7% rispetto a quello di febbraio dello scorso anno, cioè l'ultimo mese prima dello scoppio dell'emergenza sanitaria.

Su base mensile risulta in aumento solamente l'energia (+2,3%), mentre registrato un calo sui beni intermedi (-0,8%), beni di consumo (-0,9%) e beni strumentali(-1,4%). Su base annua crescono invece i beni intermedi (+3,4%), quelli di consumo (+2,7%) ed energia (+1,8%), contestualmente in leggero calo i beni strumentali (-0,1%).

I settori economici con incrementi maggiori sono produzione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+20,4%), l'industria del legno, della carta e stampa e le industrie alimentari, bevande e tabacco (+5,6%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature (+5%). Scendono i valori di fabbricazione di mezzi di trasporto (-13,2%), le attività estrattive (-7,5%), la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (-4,9%) e le altre industrie manifatturiere(-1,9%).

L'Ufficio Studi di Confcommercio ha commentato così: "La riduzione della produzione industriale, inattesa nella sua dimensione, conferma la tendenza al rallentamento già emersa nel bimestre precedente. Al netto della componente energetica il calo è stato ancora più significativo, coinvolgendo in modo abbastanza diffuso i diversi settori. Il dato pone le premesse per un quarto trimestre meno dinamico dei due precedenti, con la crescita affidata principalmente ai servizi per i quali la domanda delle famiglie mostra ancora segnali di recupero, nonostante il rischio di frenata che si profila a causa dell’inflazione. Pur mantenendo una visione favorevole rispetto all’evoluzione dell’economia italiana nei prossimi mesi, non escludiamo una revisione al ribasso delle previsioni su Pil e consumi per il 2022".
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