Confcommercio: "L'Italia paga il conto più alto della crisi energetica"

- di: Daniele Minuti
 
Sono le famiglie e le imprese italiane a pagare a caro prezzo la crisi energetica, acuita dai venti di guerra provenienti dall'Ucraina e dall'impatto che essi hanno sull'economia mondiale. Un allarme rilanciato da Confcommercio, che già poche settimane fa aveva visto il nostro Paese come quello più colpito 8rispetto ad esempio a Francia e Germania), quindi più bisognoso di urgenti misure strutturali.

Secondo Confcommercio, sarà l'Italia a pagare di più la crisi dell'energia

È stata infatti elaborata una nota con Nomisma Energia, in cui Confcommercio spiega: "La crisi energetica che sta investendo l’Europa si sta scaricando in maniera disomogenea sui singoli paesi, da una parte per la loro diversa esposizione ai mercati internazionali, dall’altra per le differenti modalità di intervento nel tentare di contenere le tariffe. E l’Italia, purtroppo, è il paese che è messo peggio, non solo per la maggiore esposizione ai mercati internazionali, in particolare a quelli che hanno registrato un'esplosione dei prezzi del gas, ma soprattutto perché il governo italiano, a differenza di altri paesi, ha pochi strumenti per potere intervenire in quanto le sue azioni finiscono per scaricarsi su un debito pubblico già molto alto".

Sia Francia che Germania si sono "salvate" grazie allo stop dell'aumento delle tariffe o all'indipendenza da carbone mentre l'Italia sta subendo l'impennata dei prezzi a parità di consumo dell'elettricità (e con essa le sue imprese e aziende). Un albergo di medie dimensioni italiano a gennaio 2022 paga una bolletta di 104.000 euro, il doppio rispetto alla Francia e il 20% in più rispetto alla Germania, con anche misure decise dal Governo ritenute insufficienti.

Da non dimenticare il prezzo che stanno pagando i trasportatori, col costo del metano per autotrazione che ha raddoppiato il suo prezzo in un anno, rendendo inutilizzabile il gas naturale liquefatto, unica alternativa al gasolio per il settore. Oltre al boom dei prezzi, c'è anche il problema della competitività in quanto il gap coi paesi dell'est è sempre più ampio grazie al prezzo del gasolio più basso nell'Europa orientale. Per questo Confcommercio si dice preoccupata della proposta di modifica della Direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici che fa parte del pacchetto "Fit for 55".

Il presidente di Confcommercio
, Carlo Sangalli, ha commentato: "Il caro energia senza precedenti è insostenibile per il settore del terziario già allo stremo per la pandemia. Chiediamo subito al governo maggiori sostegni per le imprese più colpite dalla crisi riducendo nello stesso tempo l'Iva su bollette elettriche e carburanti. Serve inoltre un deciso cambio di passo nella politica energetica con misure strutturali per ridurre la dipendenza dalle forniture estere".
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