Confcommercio: "Rallenta l'inflazione, dati in linea con le attese"
- di: Daniele Minuti
L'Istat ha rilasciato le stime preliminari riguardanti l'inflazione di novembre, che su base mensile è salita di 0,5 punti percentuali (rispetto al 3,4%) di ottobre mentre su base annua è rimasta stabile all'11,8%. L'Istituto ha quindi sottolineato come l'inflazione abbia, pare, esaurito la sua galoppata dopo la forte accelerazione del mese precedente, anche grazie al calo degli energetici non regolamentati.
Confcommercio: "Rallenta l'inflazione, dati in linea con le attese"
Su base annua, i prezzi dei beni frenano leggermente (da +17,6% a +17,5%), mentre rimangono stabili quelli dei servizi (+3,8%). Quindi si ridimensiona il differenziale inflazionistico negativo fra servizi e prezzi dei beni (da -13,8 di ottobre a -13,7 punti percentuali). L'aumento mensile dell'indice generale va ricondotto ai prezzi dei beni energetici regolamentati di 3 punti percentuali, degli energetici non regolamentati di 2,2 punti percentuali, degli Alimentari lavorati di 1,5 punti percentuali e dei Beni non durevoli 0,6 punti percentuali. Scende il prezzo dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona dello 0,4% e dei servizi relativi ai trasporti dello 0,2%.
Il commento dell'Ufficio Studi di Confcommercio: "La stima preliminare dell’inflazione nel mese di novembre è in linea con le attese (la nostra indicazione era di +0,4% congiunturale) e mantiene il tasso di variazione tendenziale all’11,8%. In un contesto in cui si confermano ancora molto elevate le dinamiche degli energetici, degli alimentari e dei trasporti, a preoccupare è la progressiva crescita dell’inflazione di fondo (+5,7% a novembre), a segnalare come le tensioni si siano ormai trasferite al sistema, elemento destinato a rendere più lungo e complesso il processo di rientro. La conferma della crescita del prodotto lordo nel terzo quarto del 2022 a +0,5%, come la stima preliminare, è molto rassicurante sulla salute del sistema Italia. Ciò non toglie che si addensano molte nubi sul futuro prossimo dell’attività economica. La perdita di potere d’acquisto del reddito corrente è stata largamente compensata dai sostegni alle famiglie, al contrario di quella che subisce la ricchezza finanziaria liquida. Ne risentiranno nella parte finale dell’anno i consumi, che sono stati, fino a settembre scorso, anche grazie all’apporto del turismo, la diga contro la recessione. Difficilmente, però, il protrarsi delle tensioni inflazionistiche non impatterà sulla spesa reale e, di conseguenza, sul Pil".