Confcommercio: "Economia italiana verso il 2023 con poche certezze"

- di: Barbara Bizzarri
 
Il futuro dell’economia italiana negli ultimi mesi dell’anno e ancora di più nel corso dell’anno prossimo sembra essere decisamente incerto e sottoposto all’andamento del Pil, dell’inflazione e dei consumi, vero tasto dolente di questo periodo. Il direttore dell'Ufficio Studi, Mariano Bella, presentando l'ultimo numero della Congiuntura Confcommercio, ha sottolineato che "dopo un primo semestre positivo, ben al di là di qualsiasi aspettativa, l'economia italiana mostra segnali di un possibile rallentamento nell’ultima parte del 2022".

Confcommercio: "Economia italiana verso il 2023 con poche certezze"

Dal report si desume un concreto segnale di recessione: “A luglio - ha sottolineato Bella - la produzione industriale, dopo i bruschi ridimensionamenti di maggio e giugno, ha mostrato solo un debole recupero dello 0,4%, registrando nel confronto annuo una flessione. Nello stesso mese l’occupazione ha mostrato un ridimensionamento in termini congiunturali”. Secondo l'Ufficio Studi, cresce la tendenza ad adottare un atteggiamento più prudente da parte delle famiglie, che interessa in misura abbastanza diffusa tutto il segmento dei beni. Anche per i servizi, che nel loro complesso hanno confermato anche ad agosto la tendenza al recupero, emergono segnali di rallentamento. Nel mese di settembre, la stima di Confcommercio indica un calo del PIL dell’1,4% su agosto e una crescita dello 0,2% nel confronto annuo.

Inoltre, ad agosto 20221 l’indicatore dei Consumi Confcommercio registra una riduzione su base annua dell’1,2%, il primo dato negativo da febbraio 2021. Dopo un periodo di deciso recupero della domanda, le famiglie, sui cui redditi comincia a pesare la netta ripresa dell’inflazione, stanno assumendo comportamenti più prudenti in materia di consumo. Il Presidente di Confcommercio ha commentato i dati della Congiuntura mensile presentati dall’Ufficio Studi della Confederazione concludendo che: "Nonostante crisi gravissime a livello internazionale, l’Italia ha reagito bene, meglio di altri Paesi europei, ma il caro energia inarrestabile rende più concreti i rischi di recessione. Una recessione probabilmente contenuta, ma pur sempre penalizzante. Ecco perché, in raccordo con l’Europa, bisogna mettere in campo con la massima urgenza interventi strutturali per superare l’emergenza energetica, contenere l’inflazione e, dunque, evitare il pericolo recessione”.
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