La Commissione Ue aumenta a 528 le condizioni che l’Italia deve rispettare per avere i soldi del Recovery Fund

- di: Giuseppe Castellini
 
Il versamento dei 191,5 miliardi di euro del Recovery Fund avverrà in 10 rate fino al 2026. Il governo italiano e la Commissione europea si sono accordati recentemente sulle 528 condizioni che l’Italia dovrà rispettare per ricevere queste risorse. Anche queste condizioni sono distribuite da qui al 2026 e riguardano l’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr).

Tra di esse ci sono traguardi qualitativi, concentrati nei primi anni, e obiettivi quantitativi, che prevalgono negli ultimi anni. Rispetto alla proposta iniziale del governo italiano, sono stati aggiunti 100 obiettivi e alcuni sono stati rivisti in senso più ambizioso. Tuttavia, permangono tre criticità:

1) Le riforme sono inevitabilmente descritte in termini generali, per cui valutare l’adeguatezza di quanto approvato richiederà un forte elemento di soggettività;
2) gli obiettivi quantitativi, più oggettivi, sono quasi assenti nei primi anni;
3) mentre le erogazioni saranno più generose nei primi anni, le condizioni sono più numerose negli ultimi. In ogni caso, qualora si verificassero inadempimenti, la Commissione potrebbe optare per erogazioni parziali delle rate, anche se manca un criterio esplicito e quantitativo che colleghi condizioni e risorse.

È il quadro che fornisce l’ultimo Rapporto dell’Osservatorio Conti pubblici italiani (Cpi), diretto da Carlo Cottarelli.
Il Rapporto evdenzia le condizioni che l’Italia dovrà soddisfare. Le schede tecniche del Pnrr inviate alla Commissione su cui si è svolta la trattativa contenevano 419 condizioni, di cui 205 ‘milestone’ (condizioni qualitative) e 214 ‘target’ (condizioni quantitative). A trattativa conclusa, la Commissione ha pubblicato le condizioni concordate. Queste sono aumentate a 528, di cui 214 milestone (ora tradotto con ‘traguardi’) e 314 target (‘obiettivi’).

In generale, è confermato che i traguardi si concentrano nei primi due anni e riguardano l’introduzione di nuovi provvedimenti (ad esempio “introduzione di legislazione attuativa per la riforma del processo civile” e di misure per dare inizio ai vari investimenti (gare d’appalto, attivazione delle piattaforme per il reclutamento ecc.).
Gli obiettivi prevalgono da fine 2023 e possono essere: indicatori intermedi del progresso di un’opera (ad esempio “costruzione di almeno X km della ferrovia Y”); indicatori finali del completamento di un’opera (ad esempio “completamento della ferrovia Y”); indicatori di risultato intermedi di un intervento (ad esempio “almeno 69mila 900 imprese hanno utilizzato crediti d’imposta Transizione 4.0”); indicatori di risultato finali di un intervento (ad esempio “creazione di almeno 264mila 480 nuovi posti per servizi di educazione e cura per la prima infanzia (0-6 anni”).

“Fortunatamente” - osserva l’Osservatorio Cpi - “le erogazioni non saranno completamente sospese per inadempimenti marginali. In conclusione, la Commissione ha a disposizione strumenti di controllo rilevanti, ma la quantificazione delle erogazioni da sospendere in caso di inadempimenti potrebbe essere prevalentemente soggettiva e quindi influenzata da considerazioni politiche. Una parte rilevante della responsabilità di portare avanti il Pnrr con determinazione ricadrà quindi principalmente sul Governo, sul Parlamento e sulle Amministrazioni pubbliche italiane”.

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