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Colera, decessi +50% nel 2024: l’Oms avverte, “rischio globale molto elevato” anche nel 2025

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Colera, decessi +50% nel 2024: l’Oms avverte, “rischio globale molto elevato” anche nel 2025

Il colera è tornato a essere un problema globale e, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), non solo sanitario ma anche economico. Nel 2024 i decessi sono aumentati del 50% rispetto al 2023, superando le 6mila vittime. I casi sono cresciuti del 5% e i Paesi colpiti sono saliti da 45 a 60. Il 2025 si apre con epidemie già segnalate in 31 Stati, confermando che la crisi non accenna a fermarsi.

Colera, decessi +50% nel 2024: l’Oms avverte, “rischio globale”

Per l’Oms, il “rischio globale è molto elevato”: l’aumento delle infezioni mette a dura prova sistemi sanitari fragili e produce costi rilevanti per governi e comunità.

Africa, Medio Oriente e Asia epicentro della crisi
Il 98% dei casi è concentrato in Africa, Medio Oriente e Asia. Dodici Paesi hanno superato i 10mila casi ciascuno, e sette hanno registrato epidemie di grandi dimensioni per la prima volta nel 2024. La recrudescenza nelle Comore, dopo oltre 15 anni senza epidemie, segnala che la trasmissione non conosce più confini sicuri.

Il tasso di mortalità in Africa è salito dall’1,4% all’1,9%, evidenziando carenze nei sistemi sanitari: un quarto dei decessi è avvenuto fuori dagli ospedali, segno di difficoltà di accesso alle cure.

I costi economici: produttività, turismo e bilanci pubblici

Il colera non genera solo emergenze sanitarie. Ogni epidemia colpisce la produttività locale, sottraendo manodopera, aumentando i giorni di assenza dal lavoro e riducendo l’efficienza delle catene produttive.

I governi devono deviare risorse dai bilanci pubblici: cure di emergenza, infrastrutture idriche e approvvigionamento di farmaci e vaccini generano costi straordinari, spesso coperti da debito. In diversi Paesi africani e asiatici le spese per affrontare il colera incidono per oltre l’1% del Pil annuo, secondo stime non ufficiali.

Il turismo, settore chiave per molte economie emergenti, risente immediatamente della percezione di rischio sanitario. Epidemie in Paesi come Tanzania o Mozambico hanno già prodotto cali a doppia cifra delle prenotazioni internazionali, con perdite di entrate in valuta estera che aggravano la bilancia dei pagamenti.

Il mercato dei vaccini e la carenza strutturale

Nel 2024 sono state presentate richieste per 61 milioni di dosi di vaccino orale contro il colera, ma solo 40 milioni sono state approvate e distribuite in 16 Paesi. La domanda supera dunque di oltre il 50% la capacità produttiva.

Per far fronte alla carenza, l’Oms ha confermato il regime emergenziale di una sola dose, anziché due, per tutto il 2024 e il 2025. A inizio 2024 è stato introdotto un nuovo vaccino orale, che ha permesso di mantenere le scorte sopra la soglia di sicurezza di 5 milioni di dosi per i primi sei mesi del 2025. Tuttavia, senza un aumento degli investimenti produttivi, l’offerta resterà insufficiente.

Dietro i numeri si intravede un mercato in crescita, ma ancora incapace di soddisfare la domanda. La scarsità genera volatilità dei prezzi e costi crescenti per le agenzie internazionali chiamate a finanziare le campagne vaccinali.

Infrastrutture idriche e ritorni sugli investimenti

L’Oms insiste: la vera soluzione passa da infrastrutture idriche e servizi igienici. Gli investimenti in acquedotti, reti fognarie e sistemi di trattamento dell’acqua hanno ritorni economici altissimi. Secondo calcoli della Banca Mondiale, ogni dollaro speso in infrastrutture idriche genera tra i 4 e i 7 dollari di benefici in termini di salute pubblica, produttività e riduzione dei costi sanitari.

Il problema è che tali progetti richiedono capitali elevati e tempi lunghi. In Paesi instabili politicamente, la tentazione è di affidarsi solo a misure emergenziali, più rapide ma meno sostenibili.

La prospettiva per il 2025
Con oltre 30 Paesi già colpiti nei primi mesi dell’anno, il colera continuerà a condizionare la crescita economica di intere regioni. Per governi e donatori internazionali, il dilemma è chiaro: spendere miliardi ogni anno per contenere epidemie ricorrenti o investire strutturalmente in infrastrutture e vaccini.

L’Oms avverte: senza un cambio di passo, il colera rimarrà “una malattia prevenibile e curabile” che però continuerà a mietere vittime e a drenare risorse economiche decisive per lo sviluppo.

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