Colao: "Il Pnrr è la chiave per affrontare la modernizzazione del Paese"

- di: Daniele Minuti
 
Il ministro dell'Innovazione tecnologica, Vittorio Colao, è intervenuto durante la presentazione del Rapporto COTEC-BEI dal nome "The Digitalisation of SMEs in Italy". E fra i punti toccati, c'è quello dell'uso delle risorse provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

"Il Pnrr appena approvato dal governo è la chiave per affrontare la sfida di modernizzazione dell'Italia" - ha spiegato Colao - "a disposizione avremo circa 50 miliardi di euro sul digitale che ci permetteranno di realizzare concreti progetti per la modernizzazione della Pubblica Amministrazione, per rendere più forti le competenze digitali, quelle STEM del sistema educativo, per portare avanti lo sviluppo di sanità digitale e telemedicina, per supportare le imprese che investono nella digitalizzazione. Inoltre entro il 2026 vogliamo garantire la connessine a 1 Gb a tutti gli italiano, lavoriamo anche per diffondere lo sviluppo delle reti e dei servizi 5G".

Colao ha poi sviluppato il tema della Pubblica Amministrazione: "Vogliamo cambiare la vecchia narrativa della PA che rallenta le nostre vite e che ostacola la competitività delle imprese: nei prossimi 5 anni porteremo il 75% del settore a utilizzare servizi cloud rendendo i dati pubblici interoperabili e dotando il 70% degli italiani di un'identità unica digitale. Il tutto rafforzando l'uso della telemedicina e dei fascicoli sanitari digitali: questi processi potranno portare importanti obiettivi di modernizzazione in tutta l'Italia, partendo dal settore pubblico fino ad arrivare a quello privato. Siamo inoltre convinti che questo ci permetterà di entrare nel gruppo di testa dei Paesi appartenenti all'Unione Europea, potendo così far sviluppare il sistema produttivo, garantendo fin dall'inizio condizioni migliori per crescita e competitività ai nostri imprenditori. Sarà infine molto importante ridurre sia il gap a livello digitale che quello a livello sociale: così facendo potremo garantire migliori opportunità future a donne e giovani, fasce su cui dobbiamo investire necessariamente già da oggi".

L'intervento completo del Ministro Colao all’evento di presentazione del rapporto COTEC-BEI

Cari Presidenti, cari amici, a voi tutti un saluto cordiale e un ringraziamento caloroso per l’invito all’evento di oggi. Impegni personali, purtroppo, mi impediscono di seguire il dibattito in prima persona e me ne scuso. Ho letto lo studio curato dalla Fondazione COTEC e dalla Banca Europea degli Investimenti. Offre spunti interessanti su un tema di grande importanza strategica per l’Italia e per l’Europa.

Il rapporto conferma che la transizione digitale è una sfida complessa, e che riguarda tutti: imprese, cittadini e Pubblica Amministrazione. È una sfida di modernizzazione che si gioca, per il governo italiano, su più tavoli: innanzitutto quello delle infrastrutture di rete, che vogliamo estendere su tutto il territorio nazionale, garantendo l’accesso a internet ad alta velocità a tutti, dai grandi centri urbani fino alle periferie, i piccoli comuni, le isole.

Secondo luogo, quello di un’amministrazione digitale più rapida, più semplice e più incisiva, a vantaggio di tutti, dai cittadini agli imprenditori. Terzo, quello dell’innovazione tecnologica, che vogliamo accelerare in tutto l’ecosistema produttivo per recuperare i gap di produttività, facendo del “divenire digitale” una leva per guadagnare competitività e rinnovare i modelli di business. E infine quello delle regole del digitale, che vogliamo rendere più agili, e anche più lungimiranti – ‘a prova di futuro’.

E qui entra il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza. Il PNRR appena approvato dal governo è la chiave per affrontare questa sfida di modernizzazione del Paese. Abbiamo a disposizione quasi 50 miliardi sul digitale per realizzare progetti concreti per la modernizzazione della PA, per irrobustire le competenze digitali, quelle STEM nel sistema educativo, per sviluppare la telemedicina e la sanità digitale, per sostenere le imprese che investono nel digitale.

La parte che io seguirò più direttamente, sotto la mia responsabilità, vale da sola più di 13 miliardi e si concentra su, da un lato, le infrastrutture digitali: entro il 2026 vogliamo garantire a tutti gli italiani la connessione a 1giga. Lavoriamo anche per diffondere lo sviluppo delle reti e dei servizi 5G. E dall’altro la digitalizzazione della PA. Vogliamo ribaltare la narrativa della PA che rallenta le nostre vite, che ostacola la competitività delle imprese. Nei prossimi 5 anni porteremo il 75% delle PA italiane ad utilizzare servizi cloud, renderemo i dati pubblici interoperabili, doteremo il 70% degli italiani di un’unica identità digitale, e rafforzeremo l’uso della telemedicina e del fascicolo sanitario digitale.

Grazie a questi progetti possiamo raggiungere importanti obiettivi di modernizzazione di tutto il Paese, dal pubblico al privato. Questo ci consentirà, ne siamo convinti, di entrare nel gruppo di testa dei paesi europei. Potremo così far crescere il sistema produttivo, garantendo da subito ai nostri imprenditori condizioni migliori per crescere ed essere più competitivi. Ridurremo – molto importante - anche i divari digitali e sociali, e garantiremo opportunità migliori ai giovani e alle donne, su cui oggi dobbiamo sovra investire.

Dobbiamo però essere onesti con noi stessi: la dotazione del PNRR è una condizione per la ripresa, non è una garanzia di successo per una ripresa resiliente, una ripresa che sia sostenibile e capace di reagire agli shock nel tempo. Per questo obiettivo occorre un cambio di passo ulteriore, attraverso sostanzialmente due sforzi di riforma: il primo, di trasformazione del servizio pubblico; il secondo, di sviluppo di conoscenza e competenze.

Parto dalla trasformazione del servizio pubblico. La trasformazione del servizio pubblico è una “transizione” a tutti gli effetti. Si aggiunge alle due già avviate: quella digitale e quella ambientale. Questa è la terza transizione che realizzeremo solo con un intervento radicale teso a produrre “buona” amministrazione. Significa semplificare il rapporto PA e cittadino, orientandolo alla fiducia con meno controlli formali ex ante e più controlli sostanziali ex post, sulle buone condotte, significa reingegnerizzare le procedure e ridisegnare i servizi offerti ai cittadini, significare usare di più i dati per costruire le decisioni pubbliche e monitorarne, nel tempo, i risultati. Significa soprattutto cambiare passo nel reclutare, gestire, formare e motivare le risorse umane a disposizione delle PA. Il piano di lavoro del Ministro Brunetta va esattamente in questa direzione.

Il secondo sforzo è forse quello ancora più importante. Si tratta di investire in modo massiccio nello sviluppo delle conoscenze digitali delle persone: a partire dal sistema educativo, fino ad arrivare dentro le nostre PA, dentro alle imprese, agendo sia dal lato dell’offerta che dal lato dello stimolo alla domanda di competenze. Sappiamo tutti che non c’è vera innovazione senza profonde competenze. Mancando queste, gli investimenti non possono decollare, la modernizzazione della PA rimarrà al palo e il sistema educativo non può diventare un motore di promozione sociale.

Lo studio COTEC-BEI ha il merito di individuare proprio nelle competenze digitali una delle cause del ritardo di digitalizzazione delle nostre Piccole e medie imprese. Gli autori del rapporto ci dicono che gli investimenti in formazione ICT delle nostre PMI sono bassi, troppo bassi. Appena due imprenditori su dieci, tra quelli medi e piccoli, investono regolarmente per formare il personale sull’ICT. È per questo che lo sforzo sulle competenze, digitali in particolare, è importante.

Concludo. Nei prossimi mesi avremo a disposizione mezzi poderosi per rendere questo paese più moderno, più digitale. Siamo al lavoro, con molti, moltissimi, progetti concreti, per ottenere questo risultato. Vogliamo però anzitutto superare il gap digitale e competitivo tra Italia ed Europa, grazie un cambiamento culturale profondo, di metodo e di competenze. Occorreranno certo dei nuovi investimenti, occorreranno certo dei nuovi processi nella Pubblica amministrazione, ma soprattutto ci tengo a ripeterlo, sono molto allineato sul vostro rapporto di oggi soprattutto sul tema delle competenze. Grazie mille e buon lavoro.



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