"Si va in scena"

- di: Marco Ginanneschi
 

L’industria cinematografica sicuramente rappresenta l’orgoglio della creatività italiana, nonostante siano lontani i tempi delle romantiche pellicole in bianco e nero che emblematicamente hanno fatto la storia che ha permesso al “bel paese” la fama mondiale.

Le esigenze attuali del mondo del cinema sono ormai prevalentemente finanziarie, e gli effetti della globalizzazione hanno portato ad una produzione di notevole qualità, non solo proveniente dall’eccellenza del sogno holliwoodiano, ma soprattutto dalla realtà del mondo bolliwoodiano degli ultimi anni proveniente dai paesi emergenti.
I costi della produzione lievitano per il perfezionismo e l’esigenza sempre più maniacale di effetti speciali che coinvolgono gli operatori sempre più specializzati nel settore: informatici, grafici, disegnatori, scenografi di ultima generazione con tecniche avanzatissime che proiettano lo spettatore in realtà non immaginabili alle precedenti generazioni, nonostante il cinema sia per antonomasia il sogno, l’evasione o forse la meno poetica “fiction” di linguaggio televisivamente più usato o forse abusato.
Per sostenere gli operatori del settore la cinematografia beneficia dei fondi pubblici diretti del Fondo Unico dello Spettacolo e dei fondi pubblici indiretti relativi al Tax Credit, che purtroppo nel corso degli anni hanno evidenziato l’insufficienza al dinamismo e alle crescenti necessità dei budget di spesa per il mantenimento degli odierni standard qualitativi.
Per valorizzare la storia della nostra cinematografia e dare la possibilità ai giovani, attraverso la scuola, di nuove forme di espressione culturale occorre un approccio metodologico che faccia rivivere in chiave moderna l’intramontabile fascino di simboli riconosciuti da intere generazioni, basta un solo esempio: Cinecittà che per alcuni versi può essere considerato un polo museale, ma anche una tappa obbligata, per aprire nuovi orizzonti che nascono da radici profonde e reali, non solo sentimentali.
In tutto questo la politica regionale degli ultimi anni ha cercato di salvaguardare un indotto produttivo come la cinematografia attraverso misure di incentivazione sul territorio che vanno ad integrare la capacità di attrarre lavoro ed investimenti nel settore della creazione, della comunicazione, della cultura. Non è un caso infatti che, nella nuova determinazione n. G18812 del 29.2.2017 pubblicata sul B.U.R. n. 12 del 08.02.2018 ai sensi della L.R. 02/12, viene previsto lo stanziamento di complessivi 9 milioni di euro per l’anno 2018 dell’apposito Fondo Cinema con il quale la Regione Lazio sostiene la produzione di opere cinematografiche e audiovisive italiane, europee e straniere, realizzare in tutto o in parte sul territorio regionale e riconosciute come “prodotto culturale”.

Altra fondamentale misura per il sostegno alle PMI regionali, con una dotazione di 5 milioni di euro per l’anno 2018, è Lazio Cinema International finalizzato a sostenere gli investimenti in coproduzioni audiovisive che prevedano la compartecipazione dell’industria del Lazio con quella estera attraverso una distribuzione di carattere internazionale dei prodotti e la realizzazione di opere che consentano una maggiore visibilità delle destinazione turistiche del Lazio.

Dimostrazione di una Regione che anche per il 2018 attraverso le sue bellezze territoriali, culturali e artistiche continua a “dare spettacolo”.

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