Cina: la soluzione alla disoccupazione giovanile? Mandare i neolaureati a lavorare nelle campagne

- di: Redazione
 
Il tasso di disoccupazione tra i giovani cinesi - con centinaia di migliaia di neolaureati sfornati a getto continuo dalle università del Paese - continua ad aumentare in modo vertiginoso, ponendo agli amministratori - centrali e locali - un serio problema per la pace sociale.
Un fenomeno che, già avvertito negli anni precedenti, è stato acuito dalla pandemia e dalle rigide misure di contenimento adottato da Pechino, culminate nella chiusura di intere aree urbane, quando non addirittura città, che ha rallentato, sino a quasi fermarla, la macchina produttiva del Paese, sbocco principale per i neolaureati.
Al problema si sta cercando di trovare una soluzione e quella individuata dal Guangdong, la provincia più ricca del Paese, di mandare 300.000 giovani disoccupati nelle campagne per due o tre anni a trovare lavoro, ha alimentato un dibattito a dir poco vivace.

Cina: la soluzione alla disoccupazione giovanile? Mandare i neolaureati a lavorare nelle campagne

Il Guangdong, che confina con Hong Kong, ha dichiarato il mese scorso che aiuterà i laureati e i giovani imprenditori a trovare lavoro nei villaggi, incoraggiando i giovani delle zone rurali a tornare in campagna per cercare un lavoro. L'iniziativa della provincia non ha comunque colto di sorpresa, perché segue l'appello rivolto dal presidente Xi Jinping, lo scorso dicembre, ai giovani che vivono nei grandi conglomerati urbani a cercare lavoro lontano dalle città nel tentativo di "rivitalizzare l'economia rurale". Appello che a moltissimi ha ricordato la campagna lanciata decenni fa dall'ex leader Mao Zedong in cui decine di milioni di i giovani urbani sono stati trasferiti, quasi sempre contro la loro volontà, in aree remote della Cina.

Il piano degli amministratori della provincia di Guangdong, ampiamente stroncato sui social media, ha coinciso con il tasso di disoccupazione urbana tra i 16 e i 24 anni che è salito al 19,6%, il secondo livello più alto mai registrato.
Una percentuale che si traduce in circa 11 milioni di giovani senza lavoro nelle città e nei paesi. Un tasso che, peraltro, potrebbe aumentare ulteriormente, dato che un numero record di 11,6 milioni di studenti universitari si laureeranno quest'anno e cercheranno lavoro in un mercato già affollato e quasi ormai saturo.

Per qualche analista, il piano di ''indirizzamento'' dei neolaureati lontano dalle città porta in sé alcune criticità dopo che, nei mesi scorsi, molti giovani hanno protestato per la mancanza di sbocchi lavorativi. Mandarli in villaggi di campagna contribuirebbe ad attenuare le proteste nelle città e forse contribuire a ridurre le disparità di reddito tra le varie zone del Paese. Alle difficoltà causate dalle misure anti-Covid si è aggiunto il giro di vie deciso dal Governo sulle società tecnologiche, del settore immobiliare e dell'istruzione, il settore privato che fornisce oltre l'80% dei posti di lavoro in Cina.
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