Cile approva storica riforma pensionistica: fine dell’era Pinochet

- di: Bruno Coletta
 
Dopo oltre quattro decenni, il Parlamento cileno ha approvato una riforma significativa del sistema pensionistico, ponendo fine al modello introdotto durante la dittatura di Augusto Pinochet.

Un cambiamento atteso da tempo
Il Congresso cileno ha approvato con 110 voti favorevoli e 38 contrari una riforma storica del sistema pensionistico, segnando la più grande trasformazione dal 1981, anno in cui fu implementato il modello di capitalizzazione individuale durante la dittatura di Augusto Pinochet. La riforma, proposta dal presidente Gabriel Boric (nella foto), introduce per la prima volta dopo oltre quattro decenni contributi da parte dei datori di lavoro, aumentando la contribuzione complessiva dal 10% al 17%. 

Principali novità della riforma
La riforma prevede che le aziende contribuiscano con l’8,5% al fondo pensionistico, mentre i lavoratori continueranno a versare il 10% del proprio stipendio. Inoltre, la Pensión Garantizada Universal (PGU) sarà incrementata, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze di genere e migliorare le pensioni per tutti i cileni. La riforma mira anche a promuovere una maggiore competizione nella gestione dei fondi pensione, precedentemente dominata dalle AFP (Administradoras de Fondos de Pensiones). 

Un percorso lungo e complesso
La riforma è stata oggetto di dibattito per almeno 15 anni, con tentativi precedenti da parte dei governi di Michelle Bachelet e Sebastián Piñera che hanno portato solo a modifiche limitate. La proposta attuale è il risultato di intense negoziazioni e ha ottenuto il sostegno sia della coalizione di governo che dell’opposizione di centro-destra Chile Vamos. In particolare, è stato raggiunto un accordo per mantenere le AFP, ma con una maggiore regolamentazione e l’introduzione di nuovi attori nel mercato per aumentare la concorrenza. 

Reazioni e prospettive future
Il presidente Gabriel Boric ha definito l’approvazione della riforma come “un imperativo etico e un atto di giustizia”, sottolineando l’importanza di garantire pensioni dignitose per tutti i cileni. 
Tuttavia, alcuni critici mettono in dubbio l’efficacia della riforma nel risolvere le disuguaglianze esistenti e temono possibili effetti negativi sull’occupazione a causa dell’aumento dei contributi a carico dei datori di lavoro. 
Nonostante le sfide, la riforma rappresenta un passo significativo verso un sistema pensionistico più equo e sostenibile in Cile, rispondendo alle richieste della popolazione emerse durante le proteste sociali del 2019. Il successo di questa iniziativa potrebbe influenzare altre nazioni che stanno considerando riforme simili nei loro sistemi pensionistici.

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