CIA-Agricoltori italiani, Fini: "Necessario piano di rilancio per salvare il settore"

- di: Barbara Bizzarri
 
In vista delle elezioni imminenti e della gravità della situazione in cui si trovano attualmente le imprese italiane e in particolare il comparto dell’agricoltura, Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori Italiani, lancia l’allarme su una condizione che, se perpetrata, rischia di far saltare l’intera filiera del Made in Italy, dall’agricoltura in poi, a causa degli impossibili rincari energetici, divenuti insostenibili a fronte della richiesta di mantenere i costi allo stesso livello degli anni passati.

CIA-Agricoltori italiani, Fini: "Necessario piano di rilancio"

"Quello che più spaventa e preoccupa è la tenuta del settore primario perché se crolla il primo anello della filiera, crolla anche il Made in Italy" - ammonisce Fini - "ciò che più emerge dalle tante testimonianze che raccolgo dai territori è tanto attaccamento a questo lavoro ma, in questo momento storico, anche tanto sconforto perché si fa fatica a produrre e stare dentro i costi. Molte aziende sono a rischio chiusura. Già gli effetti si vedono a livello europeo, e ora anche in Italia. Diminuisce la produzione di latte in Europa perché stanno chiudendo le stalle". Un segnale preoccupante di fronte al quale "un'equa distribuzione del valore lungo la filiera aiuterebbe gli agricoltori a poter continuare a produrre e avere una marginalità".

Per esempio, la filiera del pomodoro da industria "ha riconosciuto l'aumento dei costi agli agricoltori". Le priorità, secondo il presidente degli Agricoltori Italiani, sono lotta alla siccità, "non solo interventi emergenziali ma di lungo respiro", e contrasto ai danni da fauna selvatica con l'istituzione di un Commissario straordinario. Secondo Fini la politica deve dare nuovo impulso al settore. "A fronte di tante parole non c'è mai stata una programmazione a medio e lungo termine. Occorre affrontare le emergenze ma - sottolinea - la prima cosa che serve è elaborare un piano agricolo di rilancio per salvare famiglie, aziende e Made in Italy". Cia lancia quindi le sue proposte su quattro emergenze: per il caro energia, l’associazione propone credito di imposta per l'acquisto di gasolio agricolo, incluso il riscaldamento delle colture in serra, per il 2022-2023; incentivi fiscali per sostenere l'acquisto di mangimi, fertilizzanti, sementi e piantine; autorizzare in sede UE le imprese agricole a immettere in rete energia elettrica prodotta con il fotovoltaico oltre i propri livelli annui di autoconsumo.

Per quanto concerne la crisi idrica, esonero dei contributi previdenziali e credito agevolato per imprese agricole dei territori in Stato di emergenza per la siccità; ristrutturazione immediata della rete di canali e della rete idro-potabile. Sull'emergenza cinghiali, istituzione di un Commissario straordinario per la gestione della fauna selvatica presso Palazzo Chigi; superamento del regime de minimis nell'ambito del sistema di indennizzi alle imprese agricole. Infine per l'emergenza manodopera, il suggerimento è semplificazione e più flessibilità degli strumenti per il reperimento anche attraverso l'innovazione digitale. Sul fronte del Pnrr, invece, secondo Cia è necessario portare a compimento le riforme per poter ricevere nei tempi stabiliti le risorse negoziate e semplificare le procedure.

Contrastare il Nutriscore e tutelare le eccellenze italiane a fronte di ingiustificati rischi per la salute umana è la proposta sui dettami europei; promuovere una politica commerciale Ue che valorizzi l'agricoltura e garantisca il rispetto della reciprocità delle regole. Impegno su dossier strategici; revisione del sistema Dop-Igp; visione di lungo termine per le aree rurali; strategia F2F; strategia biodiversità. Infine, per le aree interne, puntare su sostenibilità economica favorendo transizione digitale e modernizzazione agricola; sostenibilità sociale con più infrastrutture stradali, sanitarie e scolastiche; sostenibilità ambientale.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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