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Scontro nel centrodestra sullo Ius Scholae, passa al Senato la riforma della giustizia: il Parlamento si divide

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Scontro nel centrodestra sullo Ius Scholae, passa al Senato la riforma della giustizia: il Parlamento si divide

Un’apertura inattesa scuote gli equilibri del centrodestra: Forza Italia si dice pronta a sostenere lo Ius Scholae, la proposta di legge che prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana ai minori stranieri che abbiano completato almeno dieci anni di istruzione nel nostro Paese. Il vicepremier e leader azzurro Antonio Tajani non si tira indietro e rilancia: “La voti chi vuole, il Parlamento è sovrano”. È un invito rivolto anche alle opposizioni, che in passato avevano sostenuto simili iniziative rimaste a lungo congelate per l’ostilità della destra. L’apertura di Tajani rompe il fronte interno della coalizione e riaccende un dibattito che divide profondamente l’opinione pubblica, toccando i nervi scoperti dell’identità nazionale e dell’integrazione.

Scontro nel centrodestra sullo Ius Scholae, passa al Senato la riforma della giustizia: il Parlamento si divide

La replica della Lega arriva con parole nette. “Si tratta di un’idea irricevibile dal punto di vista politico e tecnicamente sbagliata”, affermano fonti vicine al partito di Matteo Salvini. La linea del Carroccio è chiara: nessuna apertura in materia di cittadinanza, e anzi rilancio su un piano identitario aggressivo. Proprio nelle stesse ore, la Lega presenta in Parlamento una proposta di legge che mira a vietare il velo islamico per le bambine nelle scuole italiane. L’obiettivo dichiarato è contrastare quella che viene definita “islamizzazione dell’ambiente scolastico”, in nome della laicità e della protezione dei minori. Anche Fratelli d’Italia si schiera senza esitazioni contro lo Ius Scholae, ribadendo che “la legge va bene così com’è” e che non vi sono motivi per modificarla.

Il centrosinistra riparte dal dialogo parlamentare
Il Partito Democratico raccoglie subito l’appello di Tajani, e rilancia la proposta di calendarizzare il testo in Aula. “È il momento di discutere con serietà e responsabilità”, afferma la capogruppo Pd alla Camera. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, fa eco con forza: “È la nostra battaglia, facciamolo subito”. L’ipotesi di una maggioranza trasversale che vada oltre le linee di partito prende corpo, anche se le resistenze di FdI e Lega rendono difficile immaginare una rapida approvazione. Il dibattito, tuttavia, si è riaperto, e questa volta con un peso parlamentare diverso rispetto al passato, grazie anche alla riforma del regolamento che consente tempi certi per la discussione dei testi di iniziativa parlamentare.

Passa in Senato la separazione delle carriere dei magistrati
Nel frattempo, al Senato si registra un passo significativo sul fronte della giustizia. Ha ottenuto il primo via libera la legge costituzionale che prevede la separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante. Si tratta di una riforma storica, che mira a definire con maggiore precisione l’autonomia dei giudici e dei pubblici ministeri. Per i sostenitori del provvedimento, si tratta di un passo avanti verso una giustizia più equa e trasparente; per i critici, invece, il rischio è quello di indebolire l’indipendenza della magistratura e aumentare il controllo politico sul sistema giudiziario. Il testo dovrà ora affrontare un secondo passaggio parlamentare, e successivamente potrebbe essere sottoposto a referendum popolare, essendo una modifica costituzionale.

Il centrodestra alla prova delle sue contraddizioni interne
La contemporaneità tra l’apertura di Forza Italia su un tema sensibile come lo Ius Scholae e l’approvazione di una riforma fortemente voluta dalla destra giudiziaria restituisce l’immagine di una maggioranza composita, ma attraversata da tensioni profonde. Tajani, cercando un profilo più moderato e dialogante in chiave europea, si scontra con le spinte sovraniste e identitarie degli alleati, che temono l’erosione del proprio consenso su temi chiave come immigrazione, sicurezza, tradizione. Il banco di prova nei prossimi mesi sarà doppio: da un lato, la gestione del calendario parlamentare, dall’altro la campagna mediatica che accompagnerà ogni passaggio legislativo, trasformando le aule del Parlamento in un’arena di battaglie simboliche.

Un’estate calda tra riforme, diritti e tensioni di coalizione
L’estate si annuncia incandescente non solo per il clima, ma anche per il calendario politico. I nodi irrisolti di una legislatura nata sotto il segno dell’unità del centrodestra stanno emergendo in modo sempre più evidente. La cittadinanza ai minori stranieri e la riforma della giustizia non sono temi neutrali: evocano visioni del mondo, rappresentazioni della società e progetti di futuro molto diversi. La sfida per le forze politiche sarà quella di riuscire a trovare una sintesi tra esigenze divergenti, senza trasformare il confronto istituzionale in una continua campagna elettorale. Nel frattempo, il Parlamento ha ripreso centralità, e le sue scelte incideranno su ciò che l’Italia vuole essere nei prossimi anni.

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