Centri commerciali, scatta la protesta: "Bisogna riaprire subito"

- di: Brian Green
 
Ancd-Conad, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, Cncc–Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali e Federdistribuzione fanno sentire la loro voce lanciando l'iniziativa "Chiudere per riaprire".

Dalle 11 dell'11 maggio infatti sono stati ben 30.000 i negozi e supermercati situati all'interno dei centri commerciali in tutta Italia che hanno scelto di abbassare simbolicamente le proprie saracinesche per qualche minuto, in un'azione di protesta contro le misure restrittive che impongono la chiusura nei giorni festivi e pre-festivi oramai da più di sei mesi.

"Le attività che sono inserite nei centri commerciali hanno le stesse problematiche di quelle situate nei centri urbani" - ha spiegato Enrico Postacchini, membro di Giunta di Confcommercio - "Le istanze dal punto di vista fiscale, dal supporto fino al credito, devono valere anche per essere. Per questo chiediamo di riaprire subito nei weekend, già dal prossimo, perché è in quei giorni che si concentra la metà del giro di affari settimanale".

Questa iniziativa è nata per dar voce ai più di 780.000 lavoratori situati in 1.300 strutture commerciali integrate nei centri che si trovano in tutto lo stivale, costretti da più di un anno a vivere nell'incertezza, situazione aggravata da misure che fermano il lavoro di attività commerciali proprio nei giorni che ogni settimana si traducono nella fetta più importante in termini di ricavo e fatturato. In più l'azione vuole ribadire come le misure di sicurezza nei centri commerciali siano sempre perfette, con nessun focolaio registrato dall'inizio dell'emergenza sanitaria grazie al rispetto di rigorosi protocolli sanitari.

Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha commentato con queste parole la protesta: "Non vedo perché queste attività non debbano riaprire nel breve periodo: proprio come si sta procedendo alle riaperture generali, credo che con i numeri che abbiamo allo stato attuale anche i centri commerciali devono poter riprendere il loro lavoro, chiaramente mantenendo stringenti regole da rispettare".

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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