Via libera del Cdm al Recovery Plan ma due ministre di IV si astengono: crisi di Governo alle porte

- di: Daniele Minuti
 
Il Recovery Plan per l'Italia è stato approvato ma la nottata del Consiglio dei Ministri che ha approvato il piano di ripresa e resilienza potrebbe essere l'ultimo del Governo Conte-bis, in quanto la votazione ha provato ancora una volta l'insanabile rottura fra le fazioni guidate da Matteo Renzi e dall'attuale presidente del Consiglio.

Teresa Bellanova e Elena Bonetti, ministre di Italia Viva, hanno infatti confermato quanto detto dal leader del loro partito e si sono astenute per la mancanza del Mes nell'accordo. Lo stesso ex premier ha dichiarato: "Futuro di IV nel Governo? Decideremo in mattinata e poi lo comunicheremo alla stampa", riferendosi a una conferenza che sarà tenuta questo pomeriggio.

Indipendentemente dalle sorti dell'esecutivo, il Governo ha intanto approvato finalmente il Recovery Plan dicendo sì a un pacchetto di interventi che complessivamente ammonta a 222,9 miliardi di euro così divisi: 68,9 miliardi per una modernizzazione del settore digitale, 31,98 miliardi per quello delle infrastrutture, 46,18 miliardi per digitalizzazione e cultura, 28,49 miliardi per l'istruzione, 27,62 miliardi per quanto riguarda coesione e inclusione (nei campi di famiglia, lavoro e politiche sociali) e 19,72 miliardi per la sanità.

Il ministro dell'Economia Gualtieri ha postato sul suo profilo Twitter un messaggio di soddisfazione che definisce il Recovery Plan "Il più grande piano di investimenti mai visto nel nostro paese" e dicendo che "con le risorse in arrivo dall'Europa, l'Italia può cambiare davvero. Questo è un lavoro grandioso, più importante di qualsiasi polemica".

Polemiche che però rischiano di mettere fine presto al Governo attuale, tanto che Giuseppe Conte ha convocato un doppio Cdm fra mercoledì 13 e giovedì 14 gennaio per approvare il nuovo decreto legge sulle misure restrittive anti-Covid e per il nuovo scostamento dei ristori.

Lo scontro con Italia Viva sulla rinuncia del fondo salva-Stati dovrebbe infatti portare alle dimissioni delle ministre, scelta che potrebbe costringere Conte a ricorrere al sostegno dei "Responsabili" cercando di sostituirle. Il tutto in un clima di enorme incertezza e dopo un Consiglio dei Ministri che potrebbe rappresentare la pietra tombala sul secondo mandato dell'avvocato come premier.
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