Arriva l'emendamento di Fdi sul carcere ai giornalisti

 
Il giornalista rischia il carcere fino a 4 anni e mezzo. E' l'effetto di uno degli emendamenti presentati dal relatore Gianni Berrino al ddl sulla diffamazione. Si introduce di fatto un nuovo articolo: il 13-bis alla legge sulla stampa. "Chiunque, con condotte reiterate e coordinate, preordinate ad arrecare un grave pregiudizio all' altrui reputazione, attribuisce a taluno con il mezzo della stampa" fatti "che sa essere anche in parte falsi è punito con il carcere da 1 a 3 anni e con la multa da 50mila a 120mila euro. Se si sa che l'offeso è innocente la pena aumenta da un terzo alla metà, cioè fino a 4 anni e mezzo di carecere.
A lanciare l'allarme, dopo aver letto le proposte di modifica depositate dal senatore di FdI, è il capogruppo del Pd in Commissione Giustizia al Senato Alfredo Bazoli. "La libertà di stampa è a serio rischio", spiega il senatore. Berrino replica: "togliamo le pene detentive per la diffamazione generica, le manteniamo per la diffamazione che si consuma con l'addebito del fatto preciso e falso". Ma è plemica.
Interviene subito Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi. "Il carcere per i giornalisti - afferma - è un provvedimento incivile e denota la paura di questo governo nei confronti della libertà di stampa. Questa è l'orbanizzazione del Paese". Le opposizioni attaccano, ma le critiche si sollevano anche dalla maggioranza. Maurizio Lupi di Noi Moderati dice "no al carcere per i giornalisti". Il capogruppo di FI in Commissione Giustizia Pierantonio Zanettin afferma: "Ci possono essere altri meccanismi giuridici, e a questo noi puntiamo, ma sul carcere abbiamo dei dubbi".
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