Carburanti sostenibili: settore aereo in ritardo

- di: Barbara Leone
 
Il settore aereo è ancora lontano dall'imboccare con decisione la strada verso la sostenibilità. Nonostante gli impegni proclamati e i piani di decarbonizzazione, la maggior parte delle compagnie aeree è in ritardo nel sostituire il kerosene fossile con carburanti sostenibili per l'aviazione, i cosiddetti SAF (Sustainable Aviation Fuels). Questo è il quadro allarmante tracciato dall'ultimo rapporto di Transport & Environment (T&E), l'ong paneuropea che monitora la transizione nel settore della mobilità.

Carburanti sostenibili: settore aereo in ritardo

Attraverso il suo Osservatorio SAF, T&E tiene sotto osservazione i progressi delle compagnie aeree europee verso la decarbonizzazione. L'analisi include 77 compagnie, valutate secondo 13 parametri che spaziano dagli obiettivi di utilizzo dei SAF, ai volumi e alla tipologia di carburanti adottati, fino alla riduzione delle emissioni ottenuta e all’eventuale impiego di kerosene sintetico, considerato il SAF più promettente. I risultati, però, dipingono un panorama desolante: ben l’87% delle compagnie analizzate non dispone di piani adeguati per integrare i SAF nella propria flotta. Quasi la metà, inclusa ITA Airways, ottiene un punteggio pari a zero, un segnale inequivocabile della mancanza di progressi concreti. Soltanto 10 compagnie mostrano iniziative significative per ridurre la dipendenza dal kerosene fossile.

Non tutti i carburanti sostenibili per aerei sono ugualmente sostenibili, avverte T&E. Il kerosene sintetico, o e-kerosene, rappresenta la soluzione ideale: prodotto utilizzando energia rinnovabile e acqua, consente di abbattere drasticamente le emissioni senza impattare sulla filiera alimentare o sull’uso del suolo. Eppure, l'e-kerosene è ancora un'eccezione nel panorama dei SAF: copre meno del 10% degli accordi stipulati dalle compagnie, pari a circa 3,5 milioni di tonnellate su un totale di 39,6 milioni di tonnellate di SAF. In netto contrasto, oltre il 30% dei SAF attualmente utilizzati proviene da biocarburanti insostenibili, derivati da materie prime come palma, soia e mais. Questi carburanti non solo causano notevoli emissioni indirette, ma competono con l'agricoltura alimentare e richiedono un uso inefficiente del suolo, aggravando i problemi ambientali anziché risolverli.

La lentezza nell’adozione dei carburanti sostenibili è un altro aspetto critico. Attualmente, i SAF rappresentano meno dello 0,15% del consumo globale di carburante aereo, un dato che lascia intravedere un futuro incerto per il settore. Secondo le stime di T&E, anche con un’accelerazione significativa, al 2030 l’uso dei SAF ridurrà le emissioni del settore aereo di appena lo 0,9%. Questo valore è ben lontano dal compensare la crescita delle emissioni del settore, che continua ad aumentare e, in alcune regioni, ha già superato i livelli record del 2019. Ma perché il progresso è così lento? Una delle cause principali è l’ostruzionismo delle compagnie fossili. I grandi produttori di petrolio e gas, che dominano il mercato dei combustibili, investono pochissimo nella produzione di e-kerosene, coprendo meno del 3% del fabbisogno attuale. Questa carenza di offerta rallenta ulteriormente la transizione. Per correre ai ripari, T&E suggerisce soluzioni concrete per superare questi ostacoli. A partire dalle compagnie aeree che, evidenzia T&E, possono accelerare la transizione stipulando accordi diretti con i produttori di e-kerosene e investendo nella produzione di questo carburante. Parallelamente, anche i governi hanno un ruolo chiave: dovrebbero incentivare l'adozione dell’e-kerosene, imponendo obiettivi specifici per questo carburante accanto ai target generali sui SAF.

L’urgenza è evidente. Il settore aereo, uno dei pochi che continua a vedere aumentare le proprie emissioni, deve cambiare rotta rapidamente per evitare di compromettere gli obiettivi climatici globali. La transizione verso carburanti sostenibili non è solo una necessità ambientale, ma una responsabilità che non può più essere ignorata.

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