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Con l'estate vola il prezzo dei carburanti, nel silenzio di tutti

- di: Redazione
 
Con l'estate vola il prezzo dei carburanti, nel silenzio di tutti
I dubbi fanno parte della natura umana: cosa c'è dopo la morte? mi sta meglio il blu o il nero? dare la dieta dukan o il digiuno intermittente?
Ma su una cosa esistono solo certezze: in estate, con l'arrivo della stagione delle partenze, tra la fine di luglio e l'inizio di agosto, il prezzo dei carburanti sale, inesorabilmente e anche contro ogni ragionevolezza.
Con un andamento omogeneo, perché ad aumentare non sono solo i prezzi di benzina e gasolio alle pompe delle grandi compagnie (quelle sulle quali aleggia sempre il sospetto che facciano cartello, condizionando il mercato dei carburanti, sempre a loro favore), ma pure di quelle delle stazioni di servizio di società indipendenti che, evidentemente, capitalizzano anch'esse l'aumento dei consumi sotto la spinta dei vacanzieri.
Ormai il prezzo medio della benzina, se il cliente si serve da solo, è di 1,88 euro al litro. Cioè, secondo l’agenzia di stampa sull’energia ''Staffetta quotidiana'', ai massimi da un anno fa, quando gli automobilisti beneficiavano dello sconto da 30 centesimi sull'accisa. Non va meglio per il costo del gasolio, salito ai massimi dello scorso aprile, cioè a1,73 euro/litro.

Con l'estate vola il prezzo dei carburanti, nel silenzio di tutti

La cosa che appare sorprendente, visto il suo profilo ''istituzionale'', è che Eni ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio, quando altre compagnie straniere (come Q8) si limitate ad un rialzo di un solo centesimo. Poi chi fa rifornimento in autostrada si deve preparare ad un salasso. Tra i motivi di questi aumenti c'è il calo delle scorte degli Stati Uniti, con il Brent che vola verso gli 83 dollari al barile.
Ma, al di là delle cause derivate dall'andamento dei mercati internazionali del greggio e dei giochetti di potere che mettono in atto i produttori del cartello Opec + (quindi anche la Russia, oramai legata all'Arabia Saudita da quello che appare come un patto strategico ed operativo), quello che è evidente è che anche questo governo, come hanno fatto quelli passati, si è ritrovato spiazzato da una pratica che è costante negli anni da quando, con il varo del libero mercato, quella che doveva essere una dinamica guidata dai principi della concorrenza si è tramutata in una politica comune tra le grandi compagnie.

Una politica non gridata, quasi sussurrata, che si traduce in un ''io so che tu sai che io so'' quando si tratta di fissare o consigliare i prezzi, Una cosa che alla fine si concretizza solo in un danno per i consumatori che non hanno la possibilità di scegliere, dal momento che le differenze dei prezzi alla pompa sono infinitesimali, al limite dell'offesa, perché si capisce bene che sono solo di facciata.
Il Governo, ieri non oggi, avrebbe dovuto capire l'aria che tirava e, forte delle esperienze negative accumulate dagli esecutivi del passato, convocare le compagnie e dire loro, senza giri di parole, di finirla con questa strategia di spremere l'automobilista-bue, che non può fare altro che acquistare benzina, non avendo alternative.
Questa non è filosofia spiccia, ma un auspicio, quello che finalmente chi ci governa oggi non subisca come chi ci governava ieri e faccia veramente la voce grossa con chi, giocando con le nostre necessità, ingrassa le proprie tasche.
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