Caccia, alla Camera l’esame della proposta di legge del leghista Bruzzone. L’appello della Federazione Nazionale Pro Natura: "Ritiratela"

- di: Barbara Leone
 
Riprenderà oggi, presso la Commissione Agricoltura della Camera, la discussione sulla proposta di legge presentata dal deputato leghista Bruzzone. Si tratta di un ennesimo, totalmente ingiustificato e gravissimo regalo alle Associazioni venatorie, cui sarebbe consentito di ampliare ulteriormente un’attività già oggi in grado di arrecare pesanti e irreversibili danni all’ambiente naturale. Ad esempio, la stagione di caccia verrebbe prolungata, venendo così a coincidere con la stagione riproduttiva degli uccelli, con danni incalcolabili alle loro popolazioni. Particolarmente grave la norma che prevede la possibilità di realizzare allevamenti per la produzione di richiami vivi: una partica brutale e che di fatto apre la strada all’abbattimento soprattutto di piccoli uccelli, spesso anche protetti a livello comunitario. A tale proposito ricordiamo come siano numerose le procedure di infrazione intentate dall’Unione Europea nei confronti del nostro Paese. Sarebbero aboliti i giorni di silenzio venatorio, di modo la cacciare sarà consentita sette giorni su sette. Inoltre, verrebbero “annacquate” le sanzioni, prevedendo ad esempio la sospensione dell'attività venatoria in caso di gravi violazioni non più alla replica del reato, ma solo dopo "reiterate ripetizioni".

Caccia, alla Camera l’esame della proposta di legge del leghista Bruzzone

Il parere dell'ISPRA (la massima autorità scientifica nazionale in materia di fauna selvatica) potrebbe essere sostituito da quello di non meglio definiti "Istituti faunistici regionali", che darebbero minori garanzie di rigore scientifico, ma che sarebbero certamente più “influenzabili” dal potere politico. In questi ultimi tempi la caccia è stata oggetto di forti critiche a causa dei numerosi incidenti verificatisi durante l’attività venatoria e per il comportamento spesso prevaricatorio dei cacciatori nei confronti dei cittadini che lamentavano i rischi per la propria incolumità dovuti ad un’attività venatoria condotta in spregio alle norme. In queste condizioni ci sembrerebbe più opportuno prevedere limiti all’attività venatoria piuttosto che ulteriori allargamenti.

Da qui l’appello della Federazione Nazionale Pro Natura che, certa di interpretare la volontà della maggioranza della popolazione, esprime vive preoccupazioni sull’impatto di tale proposta nei confronti della fauna selvatica, bene collettivo già sottoposto ad una ampia serie di problematiche e spesso in pessimo stato di conservazione e ne chiede pertanto il ritiro o comunque la non approvazione.

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