Europa prudente ma non spenta: metalli in festa, petrolio su, spread stabile. A metà seduta New York accelera e la tecnologia tiene il ritmo.
Un’Europa in lieve rosso, con il “party” che si sente in sottofondo
La seduta del Vecchio Continente si è chiusa con un passo indietro contenuto: non un crollo, piuttosto una giornata di
prudenza da settimana natalizia, con scambi più sottili e volatilità pronta a riemergere al primo titolo di coda.
Il paradosso è tutto qui: mentre il clima globale torna a scaldarsi su tecnologia e materie prime,
i listini europei hanno scelto di non inseguire, archiviando una chiusura generalmente debole.
Il colpo d’occhio settoriale racconta bene l’umore: i comparti legati ai metalli hanno beneficiato di un nuovo strappo al rialzo di
oro e altri industriali, mentre il Food & Beverage è finito sotto pressione.
In particolare, l’area “alcolici” ha sofferto su più piazze: da Parigi a Londra fino a Milano, con vendite diffuse sui titoli del comparto.
Chiusure in Europa: i numeri piazza per piazza
Ecco come hanno terminato la giornata i principali mercati europei, in una seduta di “lima” più che di scosse:
- Milano (FTSE Mib): -0,37%
- Londra (FTSE 100): circa -0,32% / -0,4% (chiusura in calo, tra le più deboli della giornata)
- Parigi (CAC 40): -0,37% (circa -0,3% nelle letture di sintesi)
- Francoforte (DAX): -0,02% (praticamente piatta)
- Amsterdam (AEX): -0,2% (leggero arretramento)
- Madrid (IBEX): frazionalmente sotto la parità
A livello più ampio, il quadro paneuropeo resta da “pilota automatico”: la sensazione è di una seduta
in attesa di nuovi spunti macro e con la liquidità che si assottiglia in vista delle festività.
Wall Street a metà seduta: tono positivo e tecnologia ancora in spinta
Mentre l’Europa spegne le luci, New York prosegue con un passo più brillante. A metà seduta, gli indici statunitensi risultano
in rialzo: il mercato continua a premiare tecnologia e comparti ciclici, aiutato anche dall’idea di una politica monetaria
più accomodante nei mesi a venire.
- Dow Jones: circa +0,5%
- S&P 500: circa +0,6%
- Nasdaq: circa +0,6%
Il messaggio è chiaro: l’azionario Usa mantiene una “trazione” che oggi l’Europa non ha voluto (o potuto) copiare,
anche perché i flussi pre-festivi tendono a premiare la cautela sulle piazze con scambi più sottili.
Cambi e materie prime: euro stabile, oro record, energia frizzante
Sul fronte valutario, l’euro/dollaro resta vicino alla parità “psicologica” delle ultime sedute, con un andamento poco mosso:
area 1,17 (in alcune rilevazioni a 1,176).
Metalli preziosi e industriali
Il protagonista del giorno è l’oro, che corre e aggiorna i massimi: quotazioni in area
4.437 dollari l’oncia nelle rilevazioni di mercato, con un progresso superiore al 2% in giornata.
In scia, si è fatto notare anche il clima positivo su altri metalli (rame e argento in evidenza),
alimentando l’attenzione sui titoli minerari e sulle società più esposte al ciclo delle commodities.
Energia
Il petrolio rimbalza con decisione: il WTI si muove in area 57,8 dollari al barile (rialzo sopra il 2%).
Anche il Brent resta tonico (area 60-61 dollari, a seconda delle rilevazioni). Il gas europeo (TTF) risulta invece
più morbido, in area 27,7 euro/MWh, con variazioni giornaliere negative nelle rilevazioni intraday.
Tassi e spread: Btp-Bund in area 72 punti
Sul reddito fisso, lo spread Btp-Bund si muove poco ma in lieve peggioramento: area 72 punti base.
Il rendimento del Btp decennale si colloca attorno al 3,56%.
Un livello che conferma una fase di relativa stabilità, con il mercato che continua a bilanciare aspettative su crescita e inflazione
tra Europa e Stati Uniti.
Piazza Affari: Milano frena, ma non molla. Ecco chi ha brillato
A Milano la giornata finisce in lieve calo, con il listino principale sotto la parità. La fotografia però è a due velocità:
alcuni titoli “accendono” la seduta con notizie societarie e decisioni dei consigli di amministrazione, mentre altri pagano prese di profitto
o debolezze settoriali.
FTSE Mib: i migliori e i peggiori
I migliori:
- DiaSorin: +4,66% (attenzione anche a temi di governance e capitale)
- Saipem: +4,33% (spinta da nuove commesse nel perimetro energy e ingegneria)
- TIM: +2,55% (focus su operazioni sul capitale e aggiornamenti societari)
- Nexi: +1,91%
I peggiori:
- Stellantis: -4,63% (la seduta milanese paga soprattutto qui)
- Campari: -2,40% (pressione sul comparto beverage in Europa)
- Banca MPS: -1,33%
- Banco BPM: -0,93%
FTSE Italia Mid Cap: chi sale e chi scende
Il Mid Cap chiude in territorio positivo e mette in mostra un drappello di titoli molto tonici.
I migliori:
- doValue: +4,25%
- OVS: +3,64%
- Avio: +2,98%
- Safilo: +2,85%
I peggiori:
- Ferragamo: -1,52%
- Italmobiliare: -1,08%
- Danieli: -0,98%
- Ariston Holding: -0,97%
FTSE Italia Small Cap: la giornata “fa scintille” (nel bene e nel male)
Nel segmento Small Cap l’indice chiude in rialzo (circa +1,08%), ma con movimenti molto più nervosi sui singoli titoli:
qui la seduta si gioca spesso su volumi selettivi e accelerazioni improvvise.
I migliori del paniere (variazioni più ampie tra i titoli quotati):
- Aeffe: +20,59%
- Aedes: +6,44%
- Elica: +4,88%
- Neodecortech: +4,55%
- Txt e-solutions: +3,50%
I peggiori del paniere:
- E.P.H.: -13,75%
- Dexelance: -4,94%
- S.S. Lazio: -3,60%
- Beewize: -3,03%
- Landi Renzo: -2,61%
Storie di giornata: dal biotech francese ai minerari londinesi
Fuori dall’Italia, uno dei casi più chiacchierati è stato a Parigi: Abivax ha corso con forza,
sostenuta da rinnovate indiscrezioni su un possibile interesse di un big farmaceutico statunitense.
Sullo sfondo resta l’eco dei risultati clinici annunciati nei mesi scorsi, che avevano già acceso i riflettori sul titolo.
A Londra, invece, hanno trovato sostegno i titoli esposti ai metalli preziosi: il rally dell’oro e la forza dei minerari
hanno offerto una “stampella” al listino, pur in una seduta complessivamente prudente.
Cosa guardano ora i mercati
La settimana corta sposta l’attenzione su due leve: da un lato i prossimi dati macro statunitensi (crescita, consumi, lavoro),
dall’altro la tenuta del rally su tech e materie prime. In Europa, con volumi ridotti,
basta poco per muovere gli indici: il rischio non è il “crollo”, ma una volatilità a scatti, amplificata dalla liquidità sottile.