Mercati asiatici in rosso, Tokyo guida il calo: riflettori su valute e materie prime

- di: Matteo Borrelli
 
Le Borse asiatiche hanno chiuso prevalentemente in territorio negativo, riflettendo una combinazione di fattori macroeconomici e specifici settoriali. La Borsa di Tokyo, in particolare, ha sofferto una flessione significativa a causa delle perdite nel comparto retail, mentre lo yen ha continuato a rafforzarsi contro le principali valute.

Tokyo: il Nikkei in calo sull’onda delle vendite retail
La Borsa di Tokyo ha chiuso con l’indice Nikkei in flessione dell’1,05%, scendendo a quota 39.190,40 punti (-414 punti). Il settore retail ha subito le maggiori pressioni, con il titolo Fast Retailing (proprietario di Uniqlo) che ha perso il 2,8%, dopo un’inattesa contrazione delle vendite in Cina nel trimestre terminato a novembre.
Sul fronte valutario, lo yen ha registrato un apprezzamento, scambiando a 158,30 sul dollaro e 162,80 sull’euro. “Il rafforzamento dello yen ha aumentato le pressioni sui titoli esportatori, complicando ulteriormente la giornata per il mercato”, ha commentato Hiroshi Tanaka, analista di Nomura Securities.

Shanghai e Hong Kong: un’andatura incerta
A Shanghai, l’indice Composite ha chiuso poco mosso, con un lieve guadagno dello 0,1% a 3.090 punti. Il settore tecnologico ha registrato modeste riprese grazie a segnali di allentamento delle restrizioni normative.
Hong Kong, invece, ha visto l’Hang Seng arretrare dello 0,7%, chiudendo a 20.150 punti. Il calo è stato trainato dalle performance negative delle società immobiliari, in particolare China Evergrande, che ha perso il 4,5% dopo nuove preoccupazioni sulla sostenibilità del debito.

Altri mercati asiatici
Seul ha segnato una contrazione dello 0,5%, con il Kospi chiuso a 2.540 punti. Le preoccupazioni legate al rallentamento della domanda globale per i semiconduttori hanno pesato su titoli come Samsung Electronics e SK Hynix, entrambi in calo di oltre l’1%.
In Australia, l’indice ASX 200 ha guadagnato lo 0,2%, sostenuto dai titoli minerari grazie all’aumento dei prezzi del ferro e del rame.

Materie prime: oro e petrolio in rialzo

Sul fronte delle materie prime, l’oro ha visto un apprezzamento dello 0,4%, attestandosi a 1.947 dollari l’oncia, sostenuto dalla crescente domanda di beni rifugio in un contesto di incertezza economica.
Il petrolio ha registrato un lieve rialzo, con il Brent a 81,30 dollari al barile (+0,3%) e il WTI a 77,20 dollari al barile (+0,4%). L’OPEC ha mantenuto le previsioni di crescita della domanda globale per il primo trimestre 2025, contribuendo al supporto dei prezzi.

Futures europei e prospettive
I futures sulle principali Borse europee indicano un avvio cauto. Il DAX tedesco e il CAC 40 francese sono attesi in lieve calo dello 0,2%, mentre il FTSE 100 britannico potrebbe aprire piatto. Gli investitori attendono i dati sull’inflazione in Germania e le dichiarazioni della Banca Centrale Europea (BCE) per ulteriori spunti.

Prospettive economiche e dichiarazioni
I mercati asiatici riflettono una fase di aggiustamento dopo un 2024 complesso, con le incertezze globali ancora in primo piano. Le tensioni geopolitiche e le dinamiche valutarie restano fattori chiave per gli investitori”, ha spiegato Li Wei, economista presso la Peking University.

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