Mercati asiatici in calo: tensioni commerciali tra Usa e Cina alimentano le incertezze
- di: Matteo Borrelli
Le principali Borse asiatiche hanno chiuso la seduta di oggi in rosso, riflettendo le preoccupazioni crescenti per le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Le dichiarazioni del presidente americano Donald Trump, che ha paventato nuovi dazi del 10% sui beni cinesi a partire dal primo febbraio, hanno avuto un impatto significativo sui mercati.
Shanghai e Shenzhen in flessione
A Pechino, l’indice Composite di Shanghai ha registrato una flessione dello 0,89%, chiudendo a 3.213,62 punti. Anche l’indice di Shenzhen ha subito un calo dello 0,99%, fermandosi a 1.920,43 punti. Gli investitori sono stati scoraggiati dalle nuove dichiarazioni di Trump: “Stiamo valutando dazi del 10% a carico della Cina sulla base del fatto che stanno inviando fentanyl in Messico e Canada”, ha affermato Trump in un’intervista rilasciata a Fox News. Il fentanyl, un oppiaceo sintetico responsabile di circa 100.000 decessi annui negli Stati Uniti, rappresenta un nodo cruciale nelle relazioni sino-americane, con Pechino identificata come il principale produttore mondiale delle sue componenti.
Panoramica delle Borse asiatiche
Il trend negativo non si è limitato alla Cina. Ecco i principali risultati delle altre piazze asiatiche:
• Tokyo (Nikkei 225): in calo dello 0,67%, chiusura a 27.345,56 punti.
• Hong Kong (Hang Seng): perdita dell’1,23%, con 19.457,89 punti.
• Seoul (Kospi): lieve ribasso dello 0,45%, chiudendo a 2.478,34 punti.
• Mumbai (Sensex): stabile con un aumento marginale dello 0,12%, a quota 61.223,11 punti.
Gli analisti indicano che i timori per la salute economica globale, aggravati dai segnali di rallentamento in Cina, stanno alimentando un clima di incertezza in tutta la regione.
Valute e materie prime
Nel mercato valutario, lo yuan cinese è sceso a 7,15 contro il dollaro statunitense, segnando un indebolimento dello 0,2%. Il dollaro si è invece rafforzato nei confronti dello yen, con un cambio di 130,47.
Sul fronte delle materie prime:
• Oro: in crescita dello 0,3%, a 1.943,20 dollari l’oncia, confermando il suo ruolo di bene rifugio in periodi di incertezza.
• Petrolio: il Brent è sceso dello 0,5%, a 85,23 dollari al barile, mentre il WTI ha perso lo 0,6%, a 80,11 dollari.
• Rame: in calo dell’1,1%, a 8.872 dollari per tonnellata.
Il commento
Secondo Victor Zhang, analista di CCB International, “L’introduzione di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti potrebbe indebolire ulteriormente le relazioni economiche tra le due maggiori potenze mondiali. Tuttavia, l’impatto reale dipenderà dalle contromosse di Pechino”. Zhang ha espresso queste considerazioni in un webinar trasmesso oggi da Hong Kong Economic Journal.
Le tensioni sui mercati potrebbero intensificarsi ulteriormente in vista della pubblicazione, nei prossimi giorni, dei dati sul Pil cinese e sull’inflazione negli Stati Uniti, due indicatori cruciali per gli investitori globali.