Borse: i mercati asiatici contrastati, dopo la seduta di vendite a Wall Street

- di: Redazione
 
Le borse asiatiche hanno chiuso contrastate la giornata odierna di contrattazioni, a causa dell'andamento di Wall Street caratterizzato da vendite. I benchmark sono scesi in Giappone e Cina negli scambi pomeridiani, mentre sono aumentati in Australia e Corea del Sud.
Negli Stati Uniti, un rapporto sulle nuove case ha scatenato anche il pessimismo su una possibile imminente recessione. Il rapporto ha mostrato che le vendite di nuova costruzione sono rallentate il mese scorso più di quanto gli economisti si aspettassero. Il settore immobiliare è stato uno dei più colpiti dall'inversione di tendenza dei tassi di interesse di quest'anno. Mentre la Fed ha alzato il suo tasso overnight chiave, anche i tassi ipotecari sono aumentati, frenando il settore.

Le borse asiatiche hanno un andamento incerto dopo la seduta di vendite a Wall Street

Ora l'attenzione è rivolta a venerdì, quando Jerome Powell, presidente della Federal Reserve statunitense, intyerverrà a un simposio annuale tenuto dalla Fed a Jackson Hole, nel Wyoming, che in passato è stato occasione di importanti discorsi sul mercato.
Il benchmark giapponese Nikkei 225 è scivolato dello 0,4% negli scambi pomeridiani a 28.327,09. L'S &P/ASX 200 australiano ha aggiunto lo 0,5% a 6.998,10. Il Kospi della Corea del Sud è salito dello 0,6% a 2.448,81. L'Hang Seng di Hong Kong è sceso dell'1,2% a 19.262,55, mentre lo Shanghai Composite ha perso l'1,7% a 3.221,16.

Ieri a Wall Street le azioni hanno registrato perdite modeste, poiché i rendimenti dei Treasury stabilizzati hanno contribuito a calmare il mercato dopo il peggior crollo degli ultimi mesi. L'S &P 500 è sceso di 9,26 punti, o dello 0,2%, a 4.128,73 dopo aver oscillato tra piccoli guadagni e perdite nel corso della giornata.

La volatilità è quindi tornata a caratterizzare Wall Street, dopo un'estate di crescita, mentre aumentano le preoccupazioni su quanto sarà aggressiva la Federal Reserve nella politica di aumento dei tassi di interesse per contrastare l'inflazione. I recenti commenti di alcuni funzionari della Fed hanno raffreddato le speranze che la Fed possa finire per essere meno forte di quanto temuto. Il greggio statunitense di riferimento è sceso di 35 cent a 93,39 dollari al barile. Il greggio Brent, lo standard internazionale, è sceso di 52 cent a 99,70 dollari al barile.
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