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Borse: in Asia la ''regina'' è Hong Kong, guadagna più del 5%

- di: Redazione
 
Borse: in Asia la ''regina'' è Hong Kong, guadagna più del 5%
Sui mercati asiatici, che hanno avuto buone performance sulla scia della seduta di ieri Wall Street, la borsa di Hong Kong ha chiuso le contrattazioni odierne mettendo a segno un guadagno di oltre il 5%.
Il benchmark azionario della Nuova Zelanda è aumentato dello 0,7% dopo che la sua banca centrale ha aumentato il tasso di interesse di riferimento al 3,5.
L'Hang Seng di Hong Kong è salito del 5,3% a 17.988,86, mentre il giapponese Nikkei 225 ha guadagnato lo 0,3% negli scambi mattutini a 27.079,49. L'S &P/ASX 200 australiano ha aggiunto l'1,5% a 6.797,80, dopo la decisione della Reserve Bank of Australia di aumentare il tasso di interesse di 25 punti base, meno del previsto.

Salgono le borse in Asia, vola Hong Kong

Il Kospi della Corea del Sud ha guadagnato lo 0,6% negli scambi mattutini a 2.221,43. Per la prossima settimana è in agenda la riunione della Banca della Corea che, sulla base degli ultimi dati sull'inflazione, potrebbe decidere di aumentare i tassi di interesse. A Wall Street, il Dow Jones Industrial Average è salito di oltre il 2,8% a 30.316,32. L'S &P 500 ha registrato la sua migliore seduta da maggio 2020, salendo del 3,1% a 3.790,93.
Il Nasdaq è salito del 3,3% a 11.176,41. Anche le azioni di piccole società hanno ottenuto solidi guadagni, portando il Russell 2000 in anticipo del 3,9% a 1.775,77.

Negli Stati Uniti, un rapporto del governo sulle aperture di lavoro ha mostrato che il numero di posti di lavoro disponibili è crollato ad agosto rispetto a luglio. È un segno che le aziende potrebbero ritirarsi ulteriormente sulle assunzioni e potenzialmente raffreddare l'inflazione cronicamente elevata, il che potrebbe consentire alla Federal Reserve di rallentare il ritmo degli aumenti dei tassi.

La crescita economica sta già rallentando a livello globale e l'economia statunitense ha subito una contrazione durante i primi due trimestri dell'anno, considerato un segnale informale di recessione.
Nel commercio di energia, il greggio statunitense di riferimento è sceso di 34 centesimi a 86,18 dollari al barile nel commercio elettronico sul New York Mercantile Exchange. Il greggio Brent, lo standard internazionale per i prezzi, ha perso 30 cent a 91,60 dollari al barile.
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