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Borsa: il lusso torna sotto pressione, pesa l’incognita della crescita cinese e le nuove misure protezionistiche Usa

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Borsa: il lusso torna sotto pressione, pesa l’incognita della crescita cinese e le nuove misure protezionistiche Usa

Il settore del lusso torna a subire pressioni sui mercati finanziari, con le principali maison in calo a seguito delle preoccupazioni per il possibile rallentamento dell’economia cinese e le implicazioni delle nuove tariffe imposte dagli Stati Uniti sulle importazioni da Pechino. Il comparto, che dipende fortemente dalla domanda internazionale e in particolare dall’Asia, sconta il timore di un indebolimento dei consumi cinesi, mentre gli operatori di mercato si interrogano sull’impatto che le politiche commerciali statunitensi potranno avere sul commercio globale.

Borsa: il lusso torna sotto pressione, pesa l’incognita della crescita cinese e le nuove misure protezionistiche Usa

A Piazza Affari, i titoli del lusso registrano una seduta negativa: Moncler segna un ribasso dell’1,2%, scivolando a quota 60,5 euro, mentre Brunello Cucinelli arretra dell’1,7% a 122 euro, dopo aver sfiorato nei giorni scorsi il massimo storico in area 125 euro. Sottotono anche Salvatore Ferragamo, che lascia sul terreno l’1,5% attestandosi a 7,59 euro, e Aeffe, che cede lo 0,7% a 0,79 euro.

Il trend ribassista si riflette anche sulle principali piazze europee, con Parigi che vede le big del settore in forte contrazione: Lvmh perde il 2,2%, Hermes arretra del 2,5%, mentre Kering segna la performance peggiore con un calo del 3,5%.

L’elemento chiave che pesa sull’andamento del comparto è il crescente timore per la tenuta dell’economia cinese. Gli analisti stanno già cercando di stimare l’effetto che le nuove misure protezionistiche annunciate dall’amministrazione Trump potrebbero avere sulla congiuntura del Paese asiatico. Goldman Sachs ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita del Pil reale cinese nel 2025, ipotizzando un rallentamento fino a 50 punti base.

I primi segnali di debolezza emergono già dai dati macroeconomici di inizio anno: l’indice Pmi manifatturiero, elaborato da S&P Global in collaborazione con il cinese Caixin, è sceso a 50,1 punti nel mese di gennaio, rispetto ai 50,5 punti registrati a dicembre. Si tratta del secondo mese consecutivo di contrazione, a indicare un progressivo deterioramento delle condizioni economiche. Il rallentamento, inoltre, potrebbe essere amplificato dalla ripresa delle tensioni commerciali con Washington.

L’incertezza pesa in modo particolare sul settore del lusso, che vive di esportazioni e ha nella Cina uno dei suoi principali mercati di riferimento. Già nel corso del 2024, la debole congiuntura cinese aveva inciso negativamente sui ricavi delle grandi maison, con un sensibile calo dello shopping di fascia alta. Tuttavia, nelle ultime settimane diversi brand avevano segnalato un certo miglioramento della domanda, anche in Asia.

La stessa Ferragamo, giovedì scorso, ha diffuso i conti del quarto trimestre, che si sono rivelati superiori alle attese degli analisti. Sebbene la regione asiatica abbia continuato a mostrare segnali di debolezza, il calo è stato meno marcato di quanto previsto da alcune case d’affari.

Le recenti mosse della Casa Bianca, tuttavia, potrebbero cambiare nuovamente le prospettive a breve termine. Dopo aver introdotto dazi aggiuntivi del 10% sulle importazioni cinesi, l’amministrazione Trump ha annunciato misure tariffarie più severe anche nei confronti di Canada e Messico, con tariffe del 25%.

Inoltre, l’Europa potrebbe essere il prossimo obiettivo della politica commerciale protezionista statunitense. L’incertezza sulla tenuta degli scambi globali rende più difficile decifrare l’orizzonte economico del lusso, che si trova ora a fronteggiare uno scenario caratterizzato da forte volatilità e da un possibile rallentamento della domanda nei mercati strategici.

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