Bce: "Il successo della campagna vaccinale è cruciale per la ripresa economica"

- di: Brian Green
 
La Banca Centrale Europea ha presentato alla Commissione Affari economici dell'Europarlamento, presieduta dall'italiana Irene Tinagli, il suo rapporto annuale per il 2020 e nell'analisi dell'Istituto è stato ovviamente sottolineata con forza l'importanza di un'uscita rapida, per quanto possibile, dalla crisi sanitaria per rilanciare l'economia della zona.

Il vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, ha infatti presentato il rapporto parlando in maniera molto chiara: "L'economia dell'Eurozona dovrebbe vivere un periodo di forte ripresa nella seconda metà del 2021, ma l'incertezza continua a rimanere molto forte e la ripresa sarà comunque fragile, al punto che il Prodotto Interno Lordo raggiungerà i livelli toccati prima dello scoppio della pandemia soltanto nel secondo trimestre del 2022. In ogni caso, sarà però cruciale il successo della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 per evitare che si materializzino nuovi rischi al ribasso nell'intera area dell'Euro. Le prospettive dell'inflazione a medio termine per il momento rimangono sotto al target, per quanto riguarda i rischi della stabilità finanziaria continuiamo a definirli contenuti ma bisogna fare attenzione all'elevata vulnerabilità, per questo sarà importante che il Recovery Fund diventi operativo senza nessun ritardo".

È proprio l'uso del Next Generation Eu a essere uno degli argomenti più importanti del rapporto Bce, secondo il quale il suo utilizzo tempestivo potrebbe fornire un sostegno macroeconomico per il Pil della zona di circa il 5%: l'analisi chiarisce che il sostegno fiscale, sia a livello nazionale che comunitario, è stato fondamentale per mitigare l'impatto della pandemia sui sistemi economici, nonostante una contrazione fosse inevitabile, era importante ridurre al minimo i danni permanenti mantenendo un livello di protezione per i posti di lavoro e la capacità produttiva. 

"La risposta di bilancio europeo facilita la parità di condizioni nel sostegno a imprese e famiglie" - si legge nel report - "sostenendo i Paesi membri che sono stati più colpiti dalla crisi e vi sono entrati con una situazione già grave a livello di debito pubblico. Le misure fiscali hanno alleggerito il fardello che la crisi pone sulle finanze pubbliche di ogni nazione, il funzionamento di stabilizzatori fiscali automatici, fiscali e misure di sostegno alla liquidità hanno contribuito poi alla crescita del debito pubblico e quindi alle esigenze di finanziamento: le reti di sicurezza europee però, in particolare il piano di ripresa, hanno contribuito a calmare i mercati mantenendo condizioni di indebitamento favorevoli per i titoli sovrani, a fronte di un'impennata del debito pubblico".
Le risorse di bilancio messe a disposizione dall'Unione Europea puntano a coprire un terzo del fabbisogno di finanziamento sovrano dovuto alla crisi Covid nei paesi ad alto debito e soprattutto a ridurre tale debito dichiarato con una media del 6% del Pil entro la fine del 2026.
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