Gianfranco Battisti: il demiurgo delle nuove FS Italiane

- di: Redazione
 
Non sappiamo se, nella mappa sterminata delle stazioni ferroviarie sparse per l'Italia, ci sia ancora o ci sia mai stata una simile alla Piovarolo (sì, quella del film) di cui un immenso Totò è il responsabile, nonché unico ferroviere in servizio, e che vede transitare, sotto una pioggia perenne, un solo treno al giorno, in un continuo ripetersi degli stessi gesti per anni ed anni, che alimentano solo una speranza: scappare. Ma se una Piovarolo esistesse c'è da stare certi che, come tutte le altre, dalle più grandi alle minuscole, sarebbe al centro dell'attenzione di Gianfranco Battisti che, da Amministratore delegato e Direttore generale del Gruppo Ferrovie dello Stato, deve avere a cuore ogni singola pietra dell'immenso reticolo di presidi che permettono agli italiani di raggiungere in sicurezza la propria destinazione.

Non è una esagerazione o un artificio per incensare l'ad delle Ferrovie dello Stato. Si tratta semplicemente di cercare di delineare quanto sia gravoso un incarico che non è solo quello di garantire la logistica di una rete che necessita di continua attenzione, ma anche di essere al servizio di un intero Paese che deve avere certezze e che si fida delle sue ferrovie. Lo sforzo di cui Battisti si è fatto carico sin dal momento della sua nomina (31 luglio 2018) è stato enorme, anche perché c'era da cancellare vecchi preconcetti e antiche nomee che le nuove FS non potevano più accettare. Un lavoro che quindi è stato mirato non solo ad intervenire laddove la rete aveva bisogno di elevare il proprio livello tecnologico (peraltro già alto a livello di sicurezza), ma anche a fare sentire il personale orgoglioso di fare parte del gruppo, di essere parte di un progetto per portare la rete ferroviaria italiana a quell'eccellenza di cui tutti parlano, ma che sono in pochi a sapere come garantire e quanto questo processo sia impegnativo.

Le Ferrovie dello Stato di oggi non sono "solo" i volti sorridenti del personale ''viaggiante'' (una definizione tecnica, che quasi minimizza l'impegno e la fatica che comporta il lavoro che si affronta quotidianamente), ma anche una rete che migliora, giorno dopo giorno, anche affrontando delle sfide laddove il bellissimo, ma complicato territorio italiano mette a dura prova macchine e sistemi. Facile sarebbe, per ''raccontare'' Gianfranco Battisti, attingere all'elenco di riconoscimenti e incarichi che negli anni lo hanno gratificato anche perché, dopo avere messo l'ennesimo premio in bacheca o avere archiviato una lectio magistralis nella memoria di un computer, si ritrova davanti all'immenso puzzle di una rete che non si può fermare, mai, e che deve garantire un servizio eguale, in qualsiasi punto del territorio, dalle immense stazioni delle metropoli al più sperduto presidio di controllo del materiale. Un impegno che si declina in più campi, tra i quali è molto salita nella sua considerazione la tematica della sostenibilità, di cui Battisti è convinto assertore, facendone una caratteristica che vuole nel gruppo FS di domani, ma anche di oggi.

Ma, oltre l'uomo e le sue qualità, c'è il tecnico, al quale il gruppo deve molto per quello che ha fatto nell'arco degli anni, lui che - al di là delle cariche e delle responsabilità che esse comportano - è rimasto un ferroviere. Certo, un ferroviere che guidava gli altri, programmandone il lavoro, decidendo il migliore utilizzo del personal, disponendo un utilizzo diverso delle risorse, ma pur sempre un ferroviere. E, venendo dal cuore dell'operatività di FS, una volta messo al vertice della filiera di comando, non ha dimenticato che il gruppo ha la sua ragion d'essere nel porsi al servizio di un intero Paese, che oggi può andare orgoglioso delle ''sue'' ferrovie.
Già, perché FS oggi è un bene di tutti.
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