Fiepet Confesercenti: "La situazione per bar e ristoranti è diventata insostenibile"

- di: Daniele Minuti
 
L'approvazione del nuovo Decreto Covid da parte del Consiglio dei Ministri certifica, come se ce ne fosse ancora bisogno, la drammatica situazione per chi gestisce bar e ristoranti date le costrizioni mantenute dall'esecutivo che ha di fatto "bandito" le zone gialle da qui fino al 30 aprile.

Queste attività dovranno ancora operare unicamente con il servizio da asporto fino alle 18:00 (i ristoranti potranno consegnare a domicilio fino alle 22:00), con la flebile speranza di scalare in zona gialla dopo le valutazioni fissate per la metà di aprile.

Intanto però la rabbia degli imprenditori si fa sentire, con l'urlo affidato alla voce di Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet Confesercenti: "Le nuove misure approvate dal CDM scaricano ancora una volta il peso dell'emergenza sanitaria su una sola categoria: le imprese della somministrazione, bar, ristoranti, locali e pizzerie sono tutte costrette a rimanere con le serrande abbassate anche nel caso in cui si trovino in zone con numeri da zona gialla. La situazione è insostenibile e si tratta di un accanimento che fatico a comprendere. Le nostre imprese sono chiuse oramai da un mese e con il blocco delle zone in rosso o in arancione per tutto aprile, di fatto l'esecutivo condanna migliaia di imprenditori a nuove perdite di fatturato concretizzando sempre di più l'ipotesi di non essere in gradi di riaprire l'attività al termine dell'emergenza sanitaria".

"Ci aspettavamo un cambio di passo" - spiega Banchieri - "o quantomeno un via libera contestuale a un nuovo decreto con indennizzi rivolte alle imprese che sono costrette a chiudere, invece niente. Sappiamo che la salute pubblica rappresenta la priorità ma chiediamo al Governo di dare velocemente sostegno alle imprese e non fra diverse settimane, serve accompagnare i provvedimenti di chiusura con misure di ristoro per queste attività, oltre a rendere più rapido il piano vaccini che è ancora lontano dal registrare i numeri stimati. È ingiusto che a pagare il prezzo di questa pandemia sia unicamente la nostra categoria".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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