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Evasione fiscale in calo, Bankitalia: dal 2017 recuperati 25 miliardi

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Evasione fiscale in calo, Bankitalia: dal 2017 recuperati 25 miliardi

Bankitalia registra una svolta significativa nella lotta all’evasione fiscale. Nel corso di un’audizione davanti alla commissione parlamentare di vigilanza sull’anagrafe tributaria, Giacomo Ricotti, capo del servizio fiscale di via Nazionale, ha presentato i dati aggiornati: l’evasione, che nel 2017 si attestava intorno ai 97 miliardi di euro, si è ridotta di circa 25 miliardi, fermandosi poco sopra i 72 miliardi.

Evasione fiscale in calo, Bankitalia: dal 2017 recuperati 25 miliardi

Non si tratta soltanto di un calo in valore assoluto. La propensione all’evasione – cioè il rapporto tra quanto viene sottratto al fisco e quanto teoricamente dovuto – è scesa di quasi sei punti percentuali, passando dal 21% del 2017 a circa il 15%. Un segnale che testimonia come il sistema fiscale italiano stia diventando più solido e trasparente.

Le misure introdotte
Il miglioramento non è casuale. Negli ultimi anni sono state introdotte innovazioni decisive. La fatturazione elettronica, resa obbligatoria per imprese e professionisti, ha ridotto drasticamente le possibilità di occultare ricavi. Il meccanismo dello split payment per la pubblica amministrazione ha reso più tracciabili le operazioni con lo Stato. L’incrocio dei dati tra anagrafe tributaria, dichiarazioni fiscali e flussi bancari ha aumentato l’efficacia dei controlli. Infine, la crescita dei pagamenti digitali ha eroso l’area grigia legata all’uso del contante.

Un beneficio sui conti pubblici
La flessione di 25 miliardi in sette anni equivale a una manovra espansiva di dimensioni medie. Per il bilancio dello Stato significa più margini di manovra, minori squilibri e maggiore capacità di rispettare i vincoli europei. In una fase in cui l’Italia deve conciliare la necessità di ridurre il debito pubblico con la pressione sociale per alleggerire il carico fiscale, il recupero di gettito da evasione è un alleato prezioso.

Persistono nodi strutturali
Nonostante il miglioramento, l’evasione rimane ancora a livelli elevati se confrontata con altri Paesi europei. I circa 72 miliardi stimati equivalgono a una quota significativa di entrate mancate, che grava su chi paga regolarmente le imposte e altera le condizioni di concorrenza tra imprese. Per Bankitalia, il fenomeno continua a rappresentare una “zavorra” per l’equità del sistema fiscale e un limite alla competitività complessiva dell’economia italiana.

Compliance fiscale e fiducia
Il rafforzamento della cosiddetta compliance fiscale, ovvero la disponibilità spontanea dei contribuenti a rispettare le regole, appare come uno degli elementi più importanti di questa evoluzione. I cittadini e le imprese sono più inclini a pagare le imposte quando percepiscono stabilità normativa, un utilizzo trasparente delle risorse pubbliche e un sistema di controlli efficace. Bankitalia sottolinea che la continuità degli strumenti introdotti, senza bruschi cambi di direzione, sarà determinante per consolidare la fiducia dei contribuenti.

Gli effetti sull’economia reale

Il recupero di gettito non è soltanto una questione contabile. Le risorse recuperate possono tradursi in minore pressione fiscale su famiglie e imprese, stimolando consumi e investimenti. Un circolo virtuoso che, se ben gestito, potrebbe rafforzare la crescita economica. Tuttavia, la destinazione di queste risorse resta una scelta politica: riduzione delle aliquote, incentivi agli investimenti o copertura di spese sociali.

La sfida della continuità

Il messaggio di Bankitalia è chiaro: l’Italia ha compiuto passi avanti significativi, ma non può abbassare la guardia. La riduzione dell’evasione è il frutto di un mix di strumenti tecnologici, controlli mirati e mutato atteggiamento culturale. Senza un costante impegno, il rischio è che il fenomeno torni a crescere, soprattutto in una fase di incertezza economica e di tensioni sui redditi disponibili.

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