Via libera dalla vigilanza Bce, scalata a luglio in vista – ma Europa e Procura indagano sulla precedente vendita Mps del 15 %.
(Foto: Luigi Lovaglio, Ad di Mps)
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Il sì della Bce all’Ops Mps su Mediobanca
Il consiglio di vigilanza della Banca centrale europea (Bce) ha dato il via libera – tramite procedura scritta – all’offerta pubblica di scambio (Ops) di Monte dei Paschi (Mps) su Mediobanca.
Non è necessario un meeting fisico: manca solo la ratifica formale da parte del consiglio direttivo, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, prima dell’avvio pubblico previsto all’inizio di luglio.
Successivamente, Consob avrà 5 giorni per approvare il prospetto, definendo il calendario e le soglie di adesione (Mps punta almeno al 66,7% per ottenere benefici fiscali, anche se un minimo del 50% + 1 azione darebbe comunque accesso ai vantaggi fiscali).
Mediobanca risponde con i target 2028
Proprio per rafforzare la difesa contro l’Ops, Mediobanca pubblicherà il 27 giugno i nuovi target al 2028, allineandoli a quelli di Mps – già diffusi per il 2028 – nella speranza di convincere azionisti e mercati a resistere. Alberto Nagel cercherà così di arginare l’offensiva dell’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio.
Lo sfondo giudiziario: Procura di Milano e Dg Comp indagano
- Inchieste sulla vendita del 15% di Mps
Sono in corso indagini da parte della Procura di Milano, che ha acquisito documenti da Banca Akros relativi alla vendita del 15% di Mps, effettuata nel novembre 2024 tramite accelerated book building.
Parallelamente, la Commissione europea ha avviato un’approfondita verifica preliminare per capire se l’operazione possa configurare aiuti di stato o pratiche concorrenziali scorrette, dopo i reclami di investitori stranieri dichiaratisi esclusi, tra cui UniCredit, Norway’s oil fund e BlackRock.
– Le anomalie contestate
Secondo il quotidiano Domani, il prezzo concordato era pari a €5,792 per azione, corrispondente a un premio del +5% sul mercato del giorno, una pratica insolita dato che le Abb (Accelerated bookbuilding, una procedura rapida di collocamento azionario utilizzata per vendere o sottoscrivere azioni a investitori istituzionali) richiedono tipicamente uno sconto.
L’unicità di Banca Akros come unico collocatore (appartenente al gruppo Banco BPM, anch’esso acquirente) ha sollevato sospetti su un possibile conflitto d’interessi.
In più, il fatto che Akros abbia incassato commissioni significativamente superiori rispetto ai precedenti collocamenti (passate da €11 milioni a €21 milioni) ha aumentato i timori dei procuratori.
Le difese ufficiali
Banca Akros respinge le accuse: secondo un comunicato, tutte le offerte sarebbero state “raccolte, registrate ed elaborate allo stesso modo”, senza alcuna esclusione o discriminazione, e UniCredit non avrebbe impartito ordini di acquisto nell’Abb .
L’investment bank aggiunge: “nessun grande investitore è stato escluso dalla procedura”, citando esplicitamente UniCredit, il fondo norvegese e BlackRock.
UniCredit, tramite il suo amministratore delegato Andrea Orcel, conferma di aver tentato di partecipare ma di non essere riuscita, e ha presentato esposti alla Consob per segnalare anomalie.
Orcel ha dichiarato: “Abbiamo provato a partecipare ma non ci siamo riusciti. A Consob abbiamo segnalato i fatti”.
Nel frattempo, la Procura di Milano ha ascoltato testimonianze sia di Orcel sia di un dirigente di Mediobanca, a conferma che le indagini sono approfondite ma finora non hanno portato formalmente ad accertamenti penali.
Prossimi passi e scenari futuri
1. Bce: si attende ratifica formale e comunicazione ufficiale.
2. Consob: entro 5 giorni dal via della Bce, deve esaminare e approvare il prospetto Ops.
3. Procura di Milano: prosegue l’attività ispettiva – documento e acquisizione testimonianze.
4. Commissione europea/Dg Comp: la verifica preliminare si trasformerà in ispezione formale solo se emergono prove di violazione delle regole concorrenziali o aiuti di stato.
5. Mps è attesa al debutto operativo dell’offerta, fissato per inizio luglio.
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Uno scenario doppio
Lo scenario è doppio: da un lato, l’Ops di Mps su Mediobanca sembra avviarsi con il vento in poppa dopo il via libera della Bce; dall’altro, l’ombra delle indagini sulla precedente vendita del 15 % di Mps rischia di offuscare il dossier, soprattutto se emergessero profili di conflitto d’interessi o disparità di trattamento tra investitori.
In questo quadro, la trasparenza – già al centro delle polemiche – diventa il fattore chiave per la credibilità dell’operazione e per la serenità degli investitori. Il mercato, come ha già reagito favorevolmente sul Ftse Mib, ora attende consuntivi (target 2028 di Mediobanca) ma soprattutto chiarimenti dalle autorità.