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Crédit Agricole, il cavallo di Troia nel risiko bancario italiano

- di: Bruno Legni
 
Crédit Agricole, il cavallo di Troia nel risiko bancario italiano

La banca francese sale al 19,8% di Banco BPM, bloccando l’assalto di UniCredit. Roma osserva con favore, ma il gioco di Parigi è più sottile di quanto sembri. 

(Foto: Hugues Brasseur, amministratore delegato e direttore generale Crédit Agricole, Italia )
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Il blitz silenzioso di Parigi
In un risiko bancario che si gioca a colpi di OPA e alleanze, Crédit Agricole ha mosso una pedina decisiva: il 9 aprile 2025, la banca francese ha portato la sua partecipazione in Banco BPM al 19,8%, diventando il primo azionista dell’istituto milanese. L’operazione, autorizzata dalla BCE, è avvenuta attraverso l’esercizio di contratti derivati precedentemente sottoscritti.
La mossa ha avuto un effetto immediato: complicare l’offerta pubblica di scambio (OPS) lanciata da UniCredit a novembre 2024, giudicata ostile da BPM e considerata insufficiente dal mercato.
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Nessuna OPA, ma un controllo di fatto
Crédit Agricole ha dichiarato di non voler lanciare un’OPA su Banco BPM, sottolineando il proprio ruolo di investitore di lungo periodo e partner strategico . Tuttavia, con una quota vicina al 20%, la banca francese esercita un’influenza significativa sulle decisioni dell’istituto italiano, potendo orientare le scelte strategiche e ostacolare eventuali operazioni non gradite. 
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Il placet di Roma
Secondo fonti Reuters, l’operazione di Crédit Agricole avrebbe ricevuto un via libera informale dal governo italiano, desideroso di evitare che UniCredit acquisisca Banco BPM, creando un colosso bancario difficile da controllare. Il governo Meloni, pur non opponendosi all’ingresso di capitali stranieri, preferisce mantenere un equilibrio tra gli attori del sistema bancario nazionale. 
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Le vere mire di Crédit Agricole
Dietro l’aumento della partecipazione in Banco BPM si celano interessi strategici: 
Agos: società di credito al consumo controllata al 61% da Crédit Agricole e al 39% da BPM. 
Anima Holding: gruppo del risparmio gestito di cui BPM detiene il 22% e su cui ha lanciato un’OPA. 
Preservare queste partecipazioni significa mantenere il controllo su settori chiave come il credito al consumo e il risparmio gestito, fondamentali per la redditività di Crédit Agricole in Italia.
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Il futuro del risiko bancario
Con l’ingresso di Crédit Agricole, il risiko bancario italiano si complica:
UniCredit: deve rivedere la propria strategia, considerando la presenza di un azionista forte e potenzialmente ostile in BPM.
Banco BPM: può contare su un alleato solido per respingere l’OPS di UniCredit e perseguire una crescita autonoma. 
Governo italiano: osserva con attenzione, cercando di bilanciare gli interessi nazionali con l’apertura ai capitali esteri.
In questo scenario, Crédit Agricole si conferma un attore abile e strategico, capace di influenzare le dinamiche del sistema bancario italiano senza esporsi direttamente.


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