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Risiko, il giugno rovente delle banche italiane

- di: Matteo Borrelli
 
Risiko, il giugno rovente delle banche italiane
Golden power, Consob, Bruxelles e nuovi scenari esteri: Orcel (foto) all'assalto del consolidamento bancario.
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Golden power sotto attacco: Orcel sfida Roma
Sarà un giugno rovente per Unicredit. L’istituto guidato da Andrea Orcel è al centro della più ambiziosa operazione bancaria in Italia degli ultimi anni: l’offerta pubblica di scambio su Banco BPM. Ma prima di approdare al mercato, la partita si gioca nei tribunali e nei palazzi della politica. Il primo round è fissato per il 4 giugno, quando il TAR del Lazio esaminerà il ricorso con cui Unicredit chiede l’annullamento delle condizioni imposte dal governo nell’ambito del golden power, invocando il principio di proporzionalità e contestando limiti ritenuti “sproporzionati” rispetto all’oggetto dell’operazione.
Il governo Meloni, dal canto suo, difende la scelta. In una lettera datata 24 maggio il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha ribadito che “le prescrizioni sono pienamente legittime e coerenti con l’interesse nazionale”, aggiungendo che “nulla vieta al soggetto notificante di dimostrare la non realizzabilità di alcune condizioni, a patto che operi in buona fede”.
Ma il fronte politico non è compatto. Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, ha chiesto una revisione delle misure imposte a Unicredit, in particolare sulla clausola che impone il disimpegno da asset russi entro nove mesi. “Quel termine va considerato effettivo e non solo indicativo”, ha dichiarato il leader di Forza Italia, innescando un dibattito interno alla maggioranza.

La pista emiratina: interesse per gli asset russi
Proprio su questo punto si è aperto uno scenario inatteso: secondo indiscrezioni confermate da fonti vicine al dossier, tre società con sede a Dubai – Mada Capital, Asas Capital e Inweasta – avrebbero proposto al Tesoro un piano per la creazione di un veicolo che acquisisca gli asset russi di Unicredit. Il consorzio, che agirebbe da mediatore per conto di soggetti terzi, sarebbe in grado di finalizzare l’operazione entro sei-otto mesi. Dietro l’offerta, secondo fonti bancarie riservate, potrebbe celarsi il colosso russo Alfa Group, già in passato attivo in partnership internazionali. Se il piano dovesse concretizzarsi, toglierebbe uno degli ostacoli più rilevanti per l’ok definitivo all’OPS.

Consob e Banco BPM, il secondo round il 10 giugno
Ma non c’è solo il governo sul cammino di Orcel. Il 10 giugno sarà il turno del secondo contenzioso chiave: Banco BPM chiederà al TAR del Lazio di sospendere la delibera Consob che ha imposto il congelamento dell’operazione per 30 giorni, in attesa di chiarimenti sul golden power. Piazza Meda, guidata da Giuseppe Castagna, ritiene che l’azione della Consob sia “non proporzionata” e che le condizioni poste dal Tesoro siano già in via di soluzione. Si attende una decisione rapida che possa riattivare i termini dell’offerta già in giugno.

Bruxelles osserva e tratta: il ruolo della Dg Comp
A pesare sull’intera operazione, però, sarà anche il giudizio della Commissione Europea. Il 19 giugno è il termine entro cui la Dg Concorrenza (Dg Comp) dovrà decidere se approvare o meno l’operazione dal punto di vista antitrust. Unicredit, per accelerare i tempi, ha già proposto una serie di concessioni volte a mitigare eventuali preoccupazioni su concentrazione di mercato e conflitti di interesse.
Fonti UE rivelano che la partita non si chiude solo con l’antitrust. Anche la direzione per i servizi finanziari della Commissione, in stretto dialogo con la BCE, starebbe valutando l’impatto sistemico dell’operazione sull’architettura bancaria europea. “Non è un caso che Orcel abbia rafforzato il dialogo con Bruxelles, cercando alleati tra i funzionari favorevoli a una maggiore integrazione bancaria dell’Eurozona”, spiega un diplomatico europeo vicino al dossier.
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Grecia, Germania e i piani di espansione
Mentre la battaglia su Banco BPM infuria, Unicredit gioca su più fronti. In Grecia, l’istituto milanese ha annunciato il rafforzamento della sua partecipazione in Alpha Bank, salendo dal 9,3% al 19,3% attraverso la sottoscrizione di nuovi strumenti finanziari. L’obiettivo dichiarato è il 29,9%, soglia massima consentita prima di dover lanciare un’offerta pubblica. Una mossa che rafforza la presenza del gruppo nei Balcani e anticipa una possibile aggregazione nel medio periodo.
Ma il vero obiettivo di Orcel resta la Germania. Unicredit ha consolidato la propria posizione in Commerzbank al 28%, diventandone il primo azionista. Sebbene il governo tedesco, guidato da Friedrich Merz, continui a mostrare freddezza sull’ipotesi di una fusione transfrontaliera, Orcel aspetta il momento opportuno per rompere gli indugi. Secondo analisti di JPMorgan, “la vera sfida non è tecnica ma politica: Berlino teme di perdere il controllo su un asset strategico, ma i vincoli di bilancio potrebbero costringerla a più miti consigli”.
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Il risiko italiano non si ferma
Intanto il risiko bancario italiano continua a correre. Bper, dopo aver incassato tutte le autorizzazioni da BCE e Bankitalia, è in attesa del via libera della Consob per lanciare la sua OPS su Banca Popolare di Sondrio. Ma la partita è tutt’altro che chiusa: la Popolare ha chiesto chiarimenti su alcune condizioni, in particolare sulla governance post-fusione.
Mediobanca, invece, ha formalizzato l’offerta di scambio su Banca Generali. La riunione del patto di sindacato è in programma il 4 giugno, mentre l’assemblea dei soci si terrà il 16. Il CEO Alberto Nagel ha definito l’operazione “strategica per rafforzare il nostro presidio nella gestione patrimoniale”, sottolineando che “Generali è un partner ideale, ma non escludiamo di rivedere la proposta in base al dialogo con i soci”.
Ultima ma non meno importante, l’OPAS lanciata da Banca Ifis su illimity Bank. Il termine per aderire scade il 27 giugno. Al momento ha aderito l’11,35% degli azionisti, mentre un patto ostile tra i soci contrari – guidato dall’AD Corrado Passera – detiene il 27,2% delle azioni. Banca Sella, con il suo 10%, ha già comunicato l’adesione. Ma la vera incognita sarà la risposta del mercato nelle ultime due settimane dell’offerta.
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Il futuro si scrive ora
Giugno non è solo un mese. È uno spartiacque. Tra ricorsi, decisioni politiche e manovre internazionali, Unicredit punta a diventare la banca leader dell’Europa continentale. Ma tra golden power, Bruxelles, e sfide industriali, Andrea Orcel dovrà dimostrare di saper coniugare visione strategica e gestione del potere. Perché nel risiko bancario europeo, oggi più che mai, chi si ferma è perduto.

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