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Banche, la Commissione UE apre alle fusioni con diversificazione geografica

- di: Redazione
 
Banche, la Commissione UE apre alle fusioni con diversificazione geografica

Bruxelles continua a guardare con favore ai processi di consolidamento bancario, a patto che questi portino a una maggiore diversificazione e a una maggiore capacità di resistenza agli shock economici. È quanto emerge dalla dichiarazione rilasciata oggi dalla commissaria ai Servizi Finanziari, Maria Albuquerque, in risposta a un’interrogazione della Sinistra UE sulla potenziale acquisizione di Commerzbank da parte di Unicredit.

Banche, la Commissione UE apre alle fusioni con diversificazione geografica

Pur senza entrare nel merito della singola operazione, Albuquerque ha ribadito la posizione della Commissione Europea sul tema delle fusioni bancarie, sottolineando che il settore finanziario dell’Unione si trova in una fase di solidità patrimoniale e di ampia liquidità. "Ha mostrato un’elevata redditività. In questo contesto, le acquisizioni, le fusioni e altre forme di consolidamento possono rendere le banche più resistenti agli shock, ad esempio, quando portano a una maggiore diversificazione degli attivi o geografica", ha spiegato.

L’orientamento della Commissione sulle fusioni bancarie
L’endorsement di Bruxelles nei confronti dei processi di aggregazione non è una novità. Negli ultimi anni, la Commissione ha ripetutamente segnalato come l’eccessiva frammentazione del sistema bancario europeo possa rappresentare un freno alla competitività globale delle istituzioni finanziarie del continente. L’obiettivo è quello di creare campioni europei in grado di competere con le grandi banche americane e asiatiche, riducendo al contempo i rischi sistemici attraverso una migliore distribuzione geografica del rischio.

Tuttavia, il principio guida resta l’equilibrio tra dimensione e stabilità: le fusioni non devono trasformarsi in operazioni meramente speculative o in aggregazioni che aumentino la concentrazione dei rischi all'interno di un’unica giurisdizione. Per questo motivo, la Commissione osserva con attenzione i dossier di consolidamento e interviene solo quando emergono preoccupazioni sul fronte della concorrenza o della stabilità finanziaria.

Il caso Commerzbank-Unicredit e le implicazioni per il mercato europeo
Il riferimento implicito alla possibile operazione tra Unicredit e Commerzbank non è passato inosservato. L'ipotesi di un'acquisizione della seconda banca tedesca da parte del gruppo italiano ha sollevato interrogativi non solo in Germania, ma anche in Italia e a Bruxelles. Unicredit, guidata dal CEO Andrea Orcel, ha più volte ribadito la propria strategia di crescita attraverso operazioni mirate e sostenibili, ma senza confermare ufficialmente trattative su Commerzbank.

Un’eventuale acquisizione rafforzerebbe la presenza del gruppo italiano sul mercato tedesco, già rilevante grazie a HypoVereinsbank, ma solleverebbe questioni sulla governance, sul trattamento degli Npl (Non-performing loans) e sulle sinergie operative. Inoltre, vi sarebbero implicazioni politiche da considerare, dato il ruolo di Commerzbank nell'economia tedesca e il precedente intervento dello Stato nel suo capitale dopo la crisi finanziaria del 2008.

Secondo alcuni analisti, un’operazione di questo tipo potrebbe trovare il favore della Bundesbank e della Bce, nell’ottica di un rafforzamento dell’integrazione bancaria europea. Tuttavia, il governo tedesco potrebbe avere riserve su un’acquisizione da parte di un gruppo straniero, considerando il peso di Commerzbank nel finanziamento dell’economia domestica.

Banche europee: tra consolidamento e sfide regolatorie
L’eventuale operazione tra Unicredit e Commerzbank si inserisce in un contesto più ampio di riorganizzazione del settore bancario europeo. La redditività degli istituti, pur migliorata rispetto agli anni della crisi del debito sovrano, resta sotto pressione a causa della competizione con il fintech, della necessità di maggiori investimenti in digitalizzazione e della crescente regolamentazione.

In questo scenario, fusioni e acquisizioni possono rappresentare una leva strategica per rafforzare la solidità patrimoniale e migliorare l’efficienza operativa. Tuttavia, il processo di consolidamento non è privo di ostacoli: le differenze normative tra i vari paesi UE, i vincoli antitrust e le resistenze politiche sono fattori che spesso rallentano o complicano le operazioni di aggregazione.

La posizione espressa dalla Commissione, dunque, va letta come un segnale di apertura, ma con la consapevolezza che ogni operazione dovrà essere valutata nel merito. La strada verso una maggiore integrazione bancaria europea è ancora lunga, e il caso Commerzbank-Unicredit potrebbe rappresentare un banco di prova per le future mosse del settore.

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