Ariston Group cresce all'insegna della sostenibilità: parla il CFO, Riccardo Gini
- di: Redazione
La scelta di quotarsi in Borsa su Euronext Milan dando vita all’IPO più importante del 2021, le caratteristiche chiave di un percorso solido di crescita continua, l’impatto della pandemia e la ripartenza post-Covid, l’impegno a tutto tondo su innovazione e sostenibilità per continuare a realizzare la mission di garantire a tutti, in ogni angolo del mondo, soluzioni di grande qualità per il riscaldamento di acqua e ambienti, rispettando il pianeta. A colloquio con Riccardo Gini, CFO di Ariston Group.
Intervista al CFO di Ariston Group, Riccardo Gini
Il 26 novembre 2021 Ariston Group ha debuttato in Borsa su Euronext Milan, rappresentando la quotazione più importante avvenuta nel 2021 in questo segmento di Borsa italiana. Una tappa importante nel percorso di un Gruppo che ha oltre 90 anni di storia, che rappresenta un brand iconico in tutto il mondo e che è protagonista di un solido percorso di sviluppo. Dottor Gini, quali sono le ragioni alla base della decisione di quotarvi? Cosa farete con i 300 milioni raccolti con l’aumento di capitale?
È una fase nuova della quasi centenaria storia del Gruppo, e allo stesso tempo è il proseguimento logico di un percorso di sviluppo iniziato molti anni prima, con l’adozione di una governance molto più tipica di una società quotata che di un’azienda familiare, l’inserimento di nomi eccellenti come consiglieri indipendenti nel Board, l’attenzione alla sostenibilità. I proventi dell’IPO sono una dote aggiuntiva preziosa per la nostra crescita, sia organica che inorganica. Sono onorato e orgoglioso di essere entrato a far parte di questa squadra così ambiziosa nel perseguire i prossimi obiettivi.
Ariston Group è leader globale nelle soluzioni rinnovabili e ad alta efficienza per il riscaldamento dell’acqua e degli ambienti, nei componenti e nei bruciatori. L’innovazione continua è nel DNA del Gruppo, come la sostenibilità che, a ben guardare, è l’altra faccia della medaglia dell’innovazione, soprattutto di quella digitale. Quanto investite sull’innovazione ogni anno? In questo quadro, qual è la mission del Gruppo?
Per la funzione R&D, che può contare su 26 centri sparsi in tutto il mondo, il Gruppo investe risorse significative. La nostra continua innovazione parte dall’ascolto di tutti gli stakeholder, compresi i clienti e gli installatori, senza il cui contributo non potremmo migliorare continuamente il rendimento, l’affidabilità e la semplicità d’uso dei nostri prodotti. Anche nel campo dei servizi digitali, la nostra mission rimane quella di essere il miglior partner possibile per la fornitura di soluzioni sempre più sostenibili.
Cos’è per voi la Sostenibilità a tutto tondo (ambientale, economica e sociale)? Come viene declinata nel Gruppo e nelle sue filiere? Sempre in tema di Sostenibilità, siete tornati in Tv con una campagna pubblicitaria molto efficace dedicata alla sostenibilità. Mario Salari, head of Italy di Ariston Group, ha affermato che ‘questa nuova campagna rappresenta per Ariston un importante step a livello internazionale’…
La mission di Ariston Group è da oltre 15 anni “Sustainable Comfort for Everyone”. L’esigenza di essere sostenibili è parte della nostra maniera di operare, della nostra strategia. Pensi che abbiamo un bilancio di sostenibilità datato 1978! Nel 2017-2018 abbiamo lanciato un primo sforzo strutturato di misurare la nostra sostenibilità, quest’anno stiamo realizzando il nuovo piano con orizzonte 2030. È parte della nostra essenza e della nostra governance, con comitati a livello di CDA e di GEC.
Restando sul tema, qual è l’impatto del comfort termico sul settore energetico? È vero che la produzione di calore per uso industriale e residenziale - sia per la produzione di acqua calda che per il riscaldamento degli ambienti - rappresenta circa la metà del consumo totale di energia a livello globale, di cui solo un decimo è stato prodotto da fonti rinnovabili?
Esistono diversi studi - ad esempio la International Energy Agency, oppure la Comunità Europea, oppure il BP Global Energy survey ecc. A noi sembra che l’analisi più verosimile sia quella della EU, che stima che il 40% dei consumi energetici in Europa siano legati agli edifici (generando il 36% delle emissioni di gas ad effetto serra). Di questi, l’80% sono conseguenti al riscaldamento di ambiente e acqua calda.
In occasione della quotazione di Borsa, il Presidente esecutivo di Ariston Group, Paolo Merloni, ha ribadito che il Gruppo è caratterizzato da un ‘solido percorso di crescita’. Può delinearci i cardini di questa di questa solidità?
Il primo cardine è l’impegno della famiglia Merloni, che prosegue ininterrotto da 91 anni e assicura il rispetto della lezione del fondatore Aristide, una lezione sorprendentemente attuale: la crescita economica deve procedere di pari passo con il progresso sociale.
In questo quadro, i fattori che stimolano e rendono stabile la crescita sono la presenza commerciale e produttiva diversificata in tutto il mondo, la combinazione di crescita organica e acquisizioni, e una solidità finanziaria che rifugge dall’azzardo e dalla speculazione.
Come avete affrontato l’emergenza da Covid-19, quale capacità di resilienza avete dimostrato? Quali segnali vi arrivano dal mercato? Può fornire una guidance per il 2022?
Il Gruppo ha messo in opera ogni misura per proteggere ed assistere le sue persone, accelerando dove possibile l’adozione del lavoro agile, reinventando procedure e ridisegnando la logistica internazionale per evitare gli effetti dei lockdown; questo sforzo collettivo, pur in presenza di gravi ostacoli pratici, ci ha permesso di rispondere alle esigenze dei nostri clienti, che non hanno mai fatto mancare la domanda di prodotti e servizi.
Oggi la domanda è ancora vivace, sia per la ripresa delle economie che per l’aumento di prezzo delle fonti energetiche, che stimolano all’adozione di tecnologie più virtuose. La nostra guidance è solo di medio termine e corrisponde a una crescita organica mid-single-digit (a cui sommare il volume d’affari generato dalle eventuali acquisizioni, come ad esempio Chromagen), ma questo ha tutte le caratteristiche per essere un anno al di sopra della media. La situazione contingente in Ucraina e nella Federazione Russa apre tuttavia a delle incognite che stiamo valutando giornalmente.
Ariston Group è attivo in tutto il mondo. La pandemia da Covid-19 ha disarticolato non poche filiere e, nella fase della ripartenza post-Covid, si sono presentate emergenze come le difficoltà di approvvigionamento di materie prime e componenti e il loro maxi rincaro, che non riguarda solo l’energia. Come questa situazione impatta sull’attività del Gruppo? Pensa che si tratti di una situazione transitoria o che abbia invece caratteristiche strutturali?
È una situazione difficile che deriva dall’intreccio di cause differenti: le filiere, l’andamento dello sviluppo industriale, e fattori geopolitici, con l’aggiunta di una buona dose di speculazione. Non c’è dubbio che durerà come minimo per buona parte dell’anno, ma è altrettanto certo che alcune situazioni estreme dovranno necessariamente andare verso una normalizzazione (sono tuttavia ancora indeterminabili le conseguenze scaturite dalla situazione contingente in Ucraina e Russia). Ariston ha una politica acquisti molto attenta sia alla diversificazione, per non dipendere da nessuno, sia alla costituzione di rapporti continuativi con i fornitori: per questo motivo, pur nel quadro di generale difficoltà, siamo riusciti a preservare i margini.
Parlando di crescita, quella del vostro Gruppo sarà più per linee interne o per linee esterne? Quali sono i progetti su questo fronte?
A mio giudizio sarebbe sbagliato stabilire in anticipo la direzione. Meglio tenere gli occhi aperti e le risorse pronte per cogliere opportunità di entrambi i tipi.
Tornando al mercato, Ariston Group gode di una forte e consolidata presenza in Europa e nei Paesi emergenti, nonché di una posizione sempre più solida in Nord America, con 80 società in 43 Paesi, 25 siti produttivi e 26 centri di competenza R&D in 4 continenti. Quanto alle vendite per area geografica sono del 67% in Europa, del 19% in Asia e area MEA e del 14% nelle Americhe. Quali, a suo parere, saranno le aree geografiche più performanti per il Gruppo nei prossimi anni?
Sarebbe un errore, a fronte di una diversificazione geografica così elevata, puntare solo su una o poche aree. Basti pensare che necessitiamo di quasi 20 paesi per conseguire l’80% del nostro fatturato. È naturale che l’Europa continui a essere il mercato più importante, ma sulle crescite dei singoli Paesi siamo pronti a cogliere opportunità che per definizione sono imprevedibili.
Siete una multinazionale ma allo stesso tempo avete una forte vocazione per il territorio in cui l’avventura imprenditoriale Merloni è nata e si è sviluppata. Insomma, avete la testa nel mondo, ma il cuore in Italia. Definirebbe Ariston un Gruppo ‘glocal’? Che significa, nel mercato in cui operate, avere un ‘tocco’ italiano?
Il ruolo della famiglia fondatrice implica un legame indissolubile con il territorio di origine. In molte parti del mondo, anche remote e insospettabili, il Made in Italy ha un grandissimo valore quando si parla di riscaldamento di acqua e ambienti. Detto ciò, le nostre controllate in 43 mercati hanno una forte connotazione locale per soddisfare bisogni che variano da paese a paese.