Enel, Eni e Gse. Sono queste le società che svettano sul podio della 58esima edizione dello studio sulle Principali Società Italiane realizzato dall’Area Studi Mediobanca, che analizza i bilanci relativi all’esercizio 2022 di 3.310 aziende, suddivise in base al settore in cui operano. Nel dettaglio: 2.680 società industriali e di servizi, 66 holding, 27 SIM, 26 società di leasing, 35 di factoring e credito al consumo, 372 banche e 104 assicurazioni. La ricerca contiene inoltre un approfondimento sulle 25 imprese manifatturiere del IV Capitalismo più dinamiche e profittevoli.
Area Studi Mediobanca: Enel, Eni e Gse sul podio con ricavi che oltrepassano la soglia dei 100 miliardi di euro
Come detto, la classifica dei fatturati 2022 dell’industria e dei servizi è dominata da tre gruppi energetico-petroliferi pubblici (gli unici con vendite superiori a 100 miliardi di euro): Enel (€135,7mld), Eni (€132,5mld) e Gse (€120,6mld). Anche la quarta posizione è occupata da un operatore del comparto energetico, Edison (€29,6mld), che sale di cinque posti rispetto alla graduatoria del 2021. La prima azienda manifatturiera è FCA Italy (ora Stellantis Europe), quinta in discesa di una posizione, con fatturato pari a 24 miliardi di euro. Il comparto energetico si ripresenta anche al sesto e settimo posto occupati, rispettivamente, da A2A (€22,9mld) e Hera (€20mld), entrambe in progressione di quattro gradini. Prysmian (gomma e cavi) è ottava, in discesa dalla nona, con vendite pari a 16,1 miliardi di euro, seguita dalla petrolifera Saras, nona (€15,8mld, +5 posizioni) e da Telecom, decima (€15,5mld) e primo operatore del comparto dei servizi presente nella graduatoria. Undicesima la meccanica Leonardo (€14,7mld, -5 posizioni), seguita dall’energetica Engie Italia, in salita di 11 posti con vendite pari a 13,7 miliardi di euro. Tredicesima Ferrovie dello Stato, che con un giro d’affari pari a 13,2 miliardi di euro perde cinque posizioni. A seguire Esso Italiana (€12,1mld, +5), Kuwait Petroleum Italia (€11,9mld, +3) e Isab (€10,5mld), che sale di 62 posizioni in seguito alla modifica del modello di business che la vede ora operare direttamente sul mercato per conto proprio. Parmalat (alimentare) si conferma diciassettesima con vendite pari a 10,1 miliardi di euro ed è seguita a stretto giro dall’impiantistica Saipem (€10mld, +2 posizioni). Chiudono la graduatoria delle prime 20 aziende Poste Italiane, diciannovesima con fatturato pari a 9,4 miliardi di euro (in discesa di 6 posti), e Italiana Petroli (€9,1mld, +14).
Nessuna azienda del panorama della distribuzione moderna italiana si colloca nella Top20 dell’industria e dei servizi. Per trovarne una bisogna scendere alla ventiduesima posizione dove si trova Superit (€8,6mld), holding che controlla Esselunga. Le Top20 della graduatoria hanno tutte registrato una crescita del fatturato, effetto combinato dell’aumento dei prezzi delle materie prime, dell’incremento dei volumi venduti, di operazioni di consolidamento e di M&A. Le prime 20 posizioni sono occupate da 9 imprese a controllo pubblico, 3 a controllo privato italiano e 8 di proprietà estera; 12 appartengono al settore energetico (petrolifero o energia elettrica), 4 alla manifattura e 4 alla gestione di infrastrutture o ai servizi. Delle 1.815 imprese con graduatoria, sono 278 quelle con vendite superiori al miliardo (erano 227 nella scorsa edizione).
A livello di utili, Eni è la regina indiscussa con 13,9 miliardi di euro nel 2022 (€5,8mld nel 2021). A seguire troviamo Enel con 1,7 miliardi (€3,2mld nel 2021) e Poste Italiane con 1,5 miliardi (€1,6mld). Isab, in quarta posizione con 1,5 miliardi, recupera la perdita del 2021 pari a 86 milioni di euro. Guccio Gucci chiude a quota 1,4 miliardi di euro (+16%). Al primo posto delle perdite si trova Telecom con 2,9 miliardi (18,8% delle vendite), anche se in sensibile miglioramento rispetto al 2021 quando il risultato (-€8,7mld) scontava gli effetti della svalutazione dell’avviamento domestico per 4,1 miliardi di euro e dello stralcio, pari a 3,8 miliardi, delle attività per imposte anticipate. Seguono Costa Crociere che registra una perdita di 2,1 miliardi di euro (95,9% delle vendite) dovuta principalmente alla svalutazione delle navi della flotta per 1,2 miliardi di euro e Sky Italian Holdings con risultato negativo pari a 0,7 miliardi (35,6% del fatturato).
Considerando la sola manifattura, le prime 20 aziende che ne costituiscono la graduatoria realizzano un fatturato aggregato pari a 151,8 miliardi di euro, ovvero 237 miliardi in meno rispetto al valore complessivo totalizzato dalle tre energetico-petrolifere sul podio (€388,8mld). I primi 20 operatori manifatturieri hanno registrato tutti una crescita di fatturato che, nel complesso, si attesta al +17,4% rispetto all’esercizio precedente. Quanto ai risultati d’esercizio 2022, 18 imprese hanno chiuso in utile e 14 imprese hanno messo a segno un progresso rispetto al 2021. Il comparto più rappresentato all’interno della Top20 della manifattura è quello meccanico con 6 aziende (FCA Italy, Leonardo, Fincantieri, Iveco, Nuovo Pignone Holding e Ferrari) di cui 5 produttrici di mezzi di trasporto, seguite da 4 alimentari (Parmalat, Cremonini, Barilla Holding e Veronesi Holding), 4 metallurgiche (Marcegaglia Holding, Finarvedi, Riva Forni Elettrici e Chimet), 2 operanti nella gomma e cavi (Prysmian e Pirelli & C.), una nelle pelli e cuoio (Prada), una farmaceutica (A. Menarini Industrie Farmaceutiche Riunite), una nei prodotti per l’edilizia (Buzzi Unicem) e una chimica (Mapei).
E veniamo alle Top5 per fatturato. Nel variegato comparto alimentare, in pole position troviamo Parmalat (lattiero-caseario) con 10,1 miliardi di euro, seguita da Cremonini (carne e salumi, €5mld), Barilla Holding (molini e pastifici, €4,7mld), Veronesi Holding (carne e salumi, €3,7mld) e Luigi Lavazza (caffè, €2,7mld). Coca-Cola HBC Italia (bibite analcoliche) è la prima del comparto delle bevande con un fatturato pari a 1,1 miliardi di euro davanti a Sanpellegrino (acque minerali, €1mld), Heineken Italia (birra, €0,8mld), Cantine Riunite & Civ (vino, €0,7mld) e Martini & Rossi (bevande alcoliche, €0,6mld). Nel cartario la medaglia d’oro va a Sofidel con fatturato pari a 2,8 miliardi di euro, mentre quella d’argento è di Burgo Group (€2,1mld). In terza posizione si trova Fater (€1,2mld) cui seguono a stretto giro Industrie Cartarie Tronchetti (€1,1mld) e Smurfit Kappa Italia (€1mld). A. Menarini Industrie Farmaceutiche Riunite, con fatturato pari a 4,2 miliardi di euro, è prima nel farmaceutico e precede Chiesi Farmaceutici (€2,7mld) e Pfizer (€2,5mld). Chiudono la Top5 del settore Comifar (€2,5mld) e Angelini Holding (€2mld). Nel sistema del Legno-Arredo svetta Ikea Italia Retail che, con un giro d’affari pari a 2 miliardi di euro, occupa la prima posizione davanti a Mondo Convenienza Holding (€1,5mld) e Inca Properties, capogruppo di Friul Intagli Industries (€1mld). Seguono Saviola Holding (€0,9mld) e Poltronesofà Holding (€0,6mld). La Top5 delle aziende meccaniche ed elettroniche vede al primo posto Nuovo Pignone Holding con vendite pari a 5 miliardi di euro. Seguono Brembo (€3,6mld), Danieli & C. – Officine Meccaniche (€3,5mld), Ali Holding (€2,8mld) e STMicroelectronics (€2,5mld). Nel comparto dei mezzi di trasporto primeggia FCA Italy (ora Stellantis Europe) con fatturato pari a 24 miliardi di euro. Leonardo è seconda con un giro d’affari che si ragguaglia a 14,7 miliardi, mentre Fincantieri ricopre la terza posizione (€7,3mld). Chiudono la Top5 Iveco (€6,8mld) e Volkswagen Group Italia (€6,4mld). Guccio Gucci (pelli e cuoio) è la capofila del Sistema Moda (€5,8mld) e precede Prada (pelli e cuoio, €4,2mld), Luxottica Group (occhialeria, €4mld), Calzedonia Holding (abbigliamento, €3mld) e Moncler (abbigliamento, €2,6mld). Infine, nel comparto vetrario la prima è Berlin Packaging (Europe) (€1,1mld). Il secondo player è Stevanato Group (€1mld) seguito da O-I Italy e Zignago Holding (entrambi €0,9mld). Chiude la Top5 del settore Verallia Italia con un giro d’affari pari a 0,7 miliardi di euro.
Sono invece 25 le società dinamiche del Quarto Capitalismo italiano, ossia quelle della fascia dimensionale intermedia nel sistema economico italiano, cresciute per fatturato e redditività sia rispetto al 2021 sia rispetto ai livelli pre-pandemia. Si tratta di aziende che nel 2022 hanno realizzato un incremento del fatturato reale pari ad almeno il 20% rispetto al 2021, un progresso del fatturato nominale pari o superiore al 40% rispetto al 2019 e un’incidenza del risultato sul fatturato non inferiore al 4% sia nel 2022 che nel 2019. I loro dettagli sono disponibili nell’Allegato 5. Queste aziende virtuose sono state ordinate in base ad un Indicatore Globale di Performance calcolato al fine di analizzarne i profili reddituali, patrimoniali e di efficienza. Tutte le 25 imprese sono eccezionalmente performanti, ma nelle prime dieci posizioni si concentrano quelle con i migliori Indicatori: 5 hanno sede nel Nord Ovest (in Lombardia), 3 nel Nord Est (in Veneto), 2 nel Centro (in Toscana) e 1 nel Sud e Isole (in Abruzzo). Si tratta di: Technoprobe (Lc), innovativo produttore di “probe card” (schede sonda), dispositivi hi-tech per testare il funzionamento dei chip per i settori della telefonia, dei computer e dell’automotive durante il loro processo di costruzione; è stato dinamico anche nella scorsa edizione. Il fatturato 2022, pari a 549 milioni di euro, ha registrato un incremento del 186,8% rispetto al 2019, grazie all’acquisizione di nuove quote di mercato. Le esportazioni coprono il 98,2% delle vendite e sono rivolte prevalentemente ad Asia e America. L’Ebit Margin è pari al 37%. Dompé Holdings (Aq), azienda biofarmaceutica internazionale attiva in tutte le fasi della filiera, dalla ricerca e sviluppo alla produzione, fino alla commercializzazione. I ricavi 2022, pari a 780 milioni di euro, hanno registrato un incremento del 73,7% rispetto al 2019 grazie alla crescita della quota di mercato nazionale dei principali marchi del gruppo e all’aumento delle vendite del farmaco per il trattamento della cheratite neutrofica (malattia oftalmica) negli Stati Uniti. La quota export è pari al 72,3% e l’Ebit Margin al 41,4%. Branca International (Mi), controllante del gruppo Branca, storico produttore e distributore di bevande alcoliche, in particolare spirits. Le esportazioni, pari all’85,2% del fatturato, hanno spinto le vendite totali che, nel 2022, sono aumentate del 74,8% rispetto al 2019. L’Ebit Margin è pari al 39,3%. Betamotor (Fi), casa motociclistica italiana particolarmente rinomata per la produzione di moto da trial, da enduro, motard e, più in generale, di dueruote ad uso fuoristrada. Dal 2019 al 2022 le sue vendite, pari a 163 milioni di euro, si sono incrementate dell’86% grazie allo sviluppo della domanda e alla ripresa delle attività outdoor. Le esportazioni pesano per l’86,7% del fatturato e l’Ebit Margin è pari al 26,4%. Unox (Pd) produttore di forni professionali per i settori ristorazione, retail, pasticceria e panificazione. Nel 2022 ha realizzato ricavi pari a 272 milioni di euro, in aumento del 105% rispetto al 2019 grazie all’acquisizione di quote di mercato. Il fatturato è realizzato per l’87,6% sui mercati esteri dove il gruppo è presente con 42 filiali commerciali. L’Ebit Margin è pari al 25,4%. Fope (Vi), ha sede e laboratorio in uno dei principali distretti orafi italiani. Opera in qualità di produttore e distributore di gioielleria di alta gamma a marchio proprio. Oltre allo sviluppo di nuove collezioni, il gruppo è concentrato sull’innovazione di processo, per combinare con efficienza la propria tradizione orafa con le migliori tecniche produttive. Nel 2022 ha consuntivato vendite pari a 62 milioni di euro, in incremento del 77,8% rispetto al 2019. La quota export è pari all’89,4% e l’Ebit Margin al 22,6%. Vibram (Va), è leader mondiale nello sviluppo e nella produzione di suole in gomma ad alte prestazioni destinate prevalentemente all’outdoor e al tempo libero e impiegate anche per calzature antinfortunistiche e ortopediche. Nel 2022 ha realizzato ricavi pari a 323 milioni di euro (+46,9% rispetto al 2019) grazie ai maggiori volumi venduti in prevalenza ai Paesi extra-europei. Nel 2022 le esportazioni valgono l’83% del fatturato e l’Ebit Margin è pari al 16,8%. 8. Sinv Holding (Vi), si occupa di creazione, sviluppo, produzione e distribuzione di capi di abbigliamento contrassegnati da prestigiosi e importanti marchi internazionali. Opera nel settore dell’abbigliamento per uomo e donna sulla base di contratti di licenza e in quello “di design” per donna con marchio proprio. I ricavi 2022, pari a 105,7 milioni di euro, si sono incrementati rispetto al 2019 (+53,4%) grazie alle strategie di rafforzamento e posizionamento dei marchi oltre che al miglioramento continuo del prodotto e alla più incisiva presenza nei mercati esteri. Nel 2022 le esportazioni contano per il 74,2% del fatturato totale. L’Ebit Margin è pari al 7,2%. Cromodora Wheels (Bs), produttore di cerchi per autovetture, è conosciuta per l’alto tasso d’innovazione tecnologica applicata per la realizzazione di supporti per pneumatici leggeri e ad alte prestazioni. Nel 2022 l’incremento del prezzo medio della lega, unitamente a un differente mix di prodotti (aumento di share delle ruote luxury e premium) ha permesso di consuntivare vendite pari a 300,7 milioni di euro in incremento del 41,8% sul 2019. La quota export è pari al 90,4% e l’Ebit Margin al 12,5%. B&C Speakers (Fi), è uno dei costruttori di trasduttori elettroacustici (altoparlanti professionali) più grandi e prestigiosi al mondo. I ricavi 2022, pari a 82,1 milioni di euro, hanno registrato un incremento del 45,9% (sul 2019) principalmente grazie a un’importante crescita dei volumi, ma anche a un migliore mix di vendita e all’aumento dei prezzi resosi necessario per bilanciare l’incremento dei costi delle materie prime. Nel 2022 le esportazioni contano per il 94,1% del fatturato e sono destinate in particolare in Europa, Nord America, Asia & Pacifico. L’Ebit Margin è pari al 22,1%.
Per quanto riguarda le banche, la classifica delle Top20 (in base al totale attivo tangibile) non subisce notevoli variazioni rispetto al 2022. Il podio vede stabile al primo posto Intesa Sanpaolo il cui attivo tangibile è pari a 965,7 miliardi di euro (-8,9% rispetto al 2021) davanti a UniCredit (€855,4mld, -6,5%) e CDP – Cassa Depositi e Prestiti (€400,6mld, -3%). New entry della Top20 Cassa di Risparmio di Bolzano a seguito del consolidamento della Banca di Cividale. Non è più presente invece Carige incorporata in Bper Banca. Le prime due banche hanno un attivo tangibile pari al 95% del Pil italiano. L’attivo tangibile degli Istituti italiani ammonta a 2.866 miliardi di euro in diminuzione del 4,3% sul 2021 (dati non consolidati). Per quanto riguarda la qualità del credito, dopo il picco del 2015 (€198mld), a fine 2022 la massa dei crediti deteriorati netti degli Istituti ammonta a 30 miliardi di euro, in diminuzione del 18,5% rispetto al 2021 ovvero 6,8 miliardi in meno di cui 3,7 relativi a sofferenze e il resto a inadempienze probabili (UTP). Il Total Capital Ratio di Sistema si attesta al 19,4% confermandone la solidità patrimoniale. In generale si segnala il miglioramento del cost/income ratio (dal 73,1% del 2021 al 66,8% del 2022), l’incremento del margine di interesse (+23,1% sul 2021), il progresso dei ricavi e dei dividendi incassati (rispettivamente, +10,9% e +26,1%) e un Roe di sistema positivo e superiore a quello della media europea (+8,4% vs +7,7%). L’utile aggregato è stato pari a 17,3 miliardi di euro (in diminuzione rispetto ai 19,9 miliardi del 2021). Qui spicca il risultato delle Commerciali (€11,8mld) – influenzato dagli utili di UniCredit (€3,1mld), Intesa Sanpaolo (€4,3mld) e BPER Banca (€1,3mld) – e delle BCC (€2,4mld). Nel 2022 è proseguita la politica di aggregazioni tra Istituti (nel decennio si è passati da 513 a 332, 181 in meno). Su tutte si ricordano la già citata incorporazione di Banca Carige in BPER Banca, quella del Credito Valtellinese in Crédit Agricole Italia e 12 operazioni da parte delle BCC (percorso iniziato nel 2016). Queste ultime hanno aderito ai 2 principali gruppi cooperativi – ossia al Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea (120 Istituti) e al Gruppo Bancario Cassa Centrale Banca (70) – oltre che alla Federazione delle Casse Raiffeisen (35). È noto il loro carattere locale di banche del “territorio”, sul quale vengono riversati parte degli utili attraverso il fondo mutualistico (€58mln nel 2022), la beneficenza (€85mln) e i dividendi (€42,3mln). Dai dati sull’occupazione emerge la diminuzione della forza lavoro pari allo 0,7% (poco meno di 1.900 unità, per lo più nelle banche Commerciali) dovuta in gran parte ad incentivi all’esodo. Complessivamente, negli ultimi dieci anni, il taglio è stato di 48mila unità (-11%). Infine, si segnala la chiusura di più di 600 sportelli (-2,9%, dai 21.103 del 2021 ai 20.492 del 2022). Estendendo il confronto a inizio decennio, la contrazione è pari al 32,3%, fenomeno che comprova la cosiddetta tendenza alla “desertificazione degli sportelli” considerando che in Italia, a fine 2022, i Comuni privi di presenza bancaria sono oltre 3.200, il 41% del totale.
Nel comparto assicurativo, infine, Generali mantiene il dominio assoluto della Top10 dei gruppi con premi lordi che, grazie alla sua struttura multinazionale e al consolidamento integrale del gruppo Cattolica Assicurazioni (ora Genertel) dal 2021, ammontano nel 2022 a 79,8 miliardi di euro ovvero il 59,2% del totale realizzato dall’intero comparto. Seguono il gruppo Poste Vita (€17,6mld) e Unipol Gruppo (€12mld). Enel è ancora una volta prima nella classifica delle holding italiane con investimenti finanziari pari nel 2022 a 67,9 miliardi di euro e precede Ferrovie dello Stato (€50,1mld) seguita da Nexi (€18,8mld), terza classificata. Dopo l’incorporazione di Sanpaolo Invest Sim e Cordusio Sim (rispettivamente in Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking e Unicredit), la classifica delle principali SIM riferita all’esercizio 2022 è dominata da Equita Sim con un margine di intermediazione pari a 62,2 milioni di euro, seguita da Banor Sim (€40,5mln) e Intermonte Sim (€37,8mln). UniCredit Leasing guida la classifica delle 26 società di leasing chiudendo il 2022 con attivi per locazione pari a 8,8 miliardi di euro. Seguono a distanza Alba Leasing (€4,8mld) e Sardaleasing (€3,4mld). Findomestic Banca è la prima delle società di factoring e credito al consumo, con crediti pari a 20,5 miliardi di euro davanti a FCA Bank (ora Crédit Agricole Auto Bank – €17,4mld) e Agos-Ducato (€14,8mld).