• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Appalti pubblici, le cooperative chiedono all’Europa di scegliere la sostenibilità

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Appalti pubblici, le cooperative chiedono all’Europa di scegliere la sostenibilità

L’Europa prepara la prossima grande riforma sugli appalti pubblici, e le cooperative italiane vogliono dire la loro.
Perché, tra procedure e capitolati, dietro le carte si gioca un pezzo del futuro economico e sociale del continente.
È questo il messaggio che Legacoop ha portato a Bruxelles, nella sede del Comitato Economico e Sociale Europeo, durante l’incontro dal titolo eloquente: “Il futuro del public procurement in Europa tra semplificazione e sostenibilità”.

Appalti, le cooperative chiedono all’Europa di scegliere sostenibilità

Non un semplice convegno tecnico, ma un banco di prova politico.
La Commissione Europea, infatti, presenterà nel 2026 la proposta di revisione delle direttive Ue sugli appalti pubblici, e Legacoop ha deciso di farsi trovare pronta.
L’obiettivo? Trasformare una riforma amministrativa in una riforma di civiltà economica.

Un’occasione per cambiare l’anima degli appalti
“Non basta semplificare – è il messaggio di Legacoop – serve ripensare il senso stesso dell’appalto pubblico”.
Dietro l’invito c’è una convinzione: le gare non possono più essere solo un terreno di risparmio e ribassi, ma uno strumento per orientare l’economia verso sostenibilità, inclusione e responsabilità sociale.

Le cooperative, d’altronde, conoscono bene il peso del public procurement.
Ogni anno stipulano migliaia di contratti con la pubblica amministrazione, in settori che vanno dalla ristorazione scolastica ai servizi socio-sanitari, dalla raccolta dei rifiuti al facility management, fino all’energia rinnovabile e alla manutenzione delle opere pubbliche.
Un universo che produce valore e occupazione diffusa, spesso nei territori più fragili del Paese.

Gamberini: “Le coop sono un pilastro dell’economia sociale europea”
Il presidente di Legacoop, Simone Gamberini, a Bruxelles non usa giri di parole:

“Rispetto alle imprese tradizionali – spiega – le cooperative si distinguono per la loro finalità mutualistica, che mira a una corretta remunerazione del servizio in proporzione al lavoro svolto, non alla massimizzazione del profitto”.

Parole che suonano come un manifesto alternativo al capitalismo d’assalto.
Per Gamberini, la revisione delle direttive Ue non può essere “solo un esercizio tecnico di semplificazione”, ma l’occasione per rafforzare il ruolo delle imprese orientate all’interesse collettivo, quelle che coniugano efficienza economica e giustizia sociale.

“Il modello cooperativo – aggiunge – può offrire un contributo decisivo per rendere le nuove norme sugli appalti più attente alla sostenibilità sociale e al radicamento territoriale delle filiere produttive. È su questi principi che chiediamo alla Commissione di costruire la futura normativa europea”.

Semplificare, sì. Ma senza sacrificare i valori
Dietro la parola “semplificazione” – tanto cara ai legislatori di Bruxelles – Legacoop intravede un rischio: che a forza di alleggerire le regole, si alleggeriscano anche le tutele.
L’associazione teme che la corsa alla “velocità” degli appalti possa schiacciare le realtà più piccole e radicate, favorendo solo i colossi capaci di reggere l’impatto burocratico e finanziario.

La proposta, invece, è chiara: trasformare il public procurement in una leva di sostenibilità, con criteri che premino non solo il prezzo più basso, ma anche l’impatto ambientale, la qualità del lavoro, la responsabilità sociale.
In una parola: l’economia del bene comune.

Le cooperative, laboratorio di resilienza
Le cooperative non si limitano a predicare.
Negli ultimi anni hanno sperimentato modelli innovativi di appalto sociale, gestione partecipata e filiere circolari che combinano produttività, inclusione e rispetto del territorio.
Un sistema che resiste anche nei momenti di crisi, perché redistribuisce il valore e reinveste sul capitale umano.

Non a caso, Bruxelles guarda con crescente interesse all’economia sociale, che oggi in Europa impiega oltre 13 milioni di persone.
E l’Italia, con la sua tradizione cooperativa, ne è uno dei cuori pulsanti.

Un messaggio all’Europa (e ai governi nazionali)

L’intervento di Legacoop non è un atto di difesa corporativa, ma un messaggio politico:
“Se vogliamo un’Europa più sostenibile, – sostengono le cooperative – dobbiamo cominciare dagli appalti pubblici, cioè da come spendiamo i soldi dei cittadini”.
E aggiungono: “Non c’è transizione verde senza transizione sociale”.


La sfida è di lungo periodo, ma cruciale: fare in modo che la riforma del 2026 non sia un’ennesima revisione di norme, bensì una visione.
Quella di un’economia che non separa più la competitività dalla giustizia, né l’efficienza dal rispetto delle persone e dell’ambiente.

Un’Europa più giusta passa dai suoi bandi
In fondo, dietro le gare pubbliche c’è la sostanza della democrazia economica: come si decide chi lavora, a che prezzo, con quali valori.
È lì che si misura il volto sociale dell’Europa.

E se a ricordarglielo oggi sono proprio le cooperative italiane, forse è il segno che l’Europa della burocrazia può ancora trasformarsi in Europa della solidarietà.
A patto, però, che Bruxelles non dimentichi un principio antico quanto attuale: la sostenibilità non è un costo, è un investimento.

Notizie dello stesso argomento
Trovati 4 record
04/12/2025
Parità di genere in azienda: in Umbria nasce il progetto PAGINA
Presentato il percorso PAGINA – Parità di Genere in Azienda per accompagnare le imprese um...
03/12/2025
Ue, slitta la revisione auto 2035: biocarburanti in pole
Bruxelles rinvia il pacchetto auto sullo stop ai motori endotermici dal 2035. Italia e Ger...
01/12/2025
S&P Global e Sustainalytics confermano Terna come leader globale di sostenibilità
I risultati del CSA 2025 di Standard&Poor’s Global confermano ancora una volta la posizion...
Trovati 4 record
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720