Dopo tasse e inchieste, il colosso Usa ritira un progetto simbolo e manda un messaggio politico.
Non è un incidente. Non è una coincidenza. È un segnale deliberato. Amazon ha deciso di cancellare il progetto di consegna con droni in Italia, proprio mentre i rapporti con lo Stato
italiano toccano il punto più basso di sempre. Il messaggio è chiaro: chi prova a mettere limiti
alle big tech americane, paga un prezzo.
Il progetto che vola via
Il piano era noto da tempo: pacchi consegnati dal cielo, droni di ultima generazione, sperimentazione
avanzata, avvio previsto nella primavera del 2026. Tutto pronto. Poi, all’improvviso, la frenata.
Amazon ha comunicato all’autorità aeronautica italiana di non essere più interessata alla certificazione.
Fine della storia.
La motivazione ufficiale parla di valutazioni economiche e finanziarie. Ma dietro la formula
diplomatica si intravede altro. Molto altro.
Il conto salato con il fisco
A metà dicembre 2025 Amazon ha firmato un accordo con l’Agenzia delle Entrate per chiudere un contenzioso
fiscale aperto dopo un’indagine della Procura di Milano. Sul tavolo, una somma imponente:
oltre 500 milioni di euro per una sola società, più altri versamenti per sanare
posizioni di controllate italiane. Totale: circa 723 milioni di euro.
Un assegno pesante che, però, non ha chiuso tutto. Le indagini penali proseguono. E resta sullo sfondo
l’ipotesi di irregolarità legate alla gestione dell’IVA e alla movimentazione di merci extraeuropee.
Il messaggio non troppo cifrato
Subito dopo l’accordo fiscale, Amazon ha diffuso una nota durissima contro il contesto italiano,
parlando di "normative imprevedibili, sanzioni sproporzionate e procedimenti legali prolungati".
Traduzione: l’Italia non deve permettersi di disturbare il manovratore.
Ora arriva la prima conseguenza concreta. Meno investimenti. Un progetto cancellato. E la sensazione
che questo sia solo l’inizio.
Un precedente pericoloso
Il progetto droni non era marginale. Era un simbolo. Tecnologia avanzata, logistica del futuro,
sperimentazione regolata. Proprio ciò che uno Stato serio dovrebbe pretendere: innovazione sì,
ma dentro le regole.
In altri Paesi, come Regno Unito e Stati Uniti, Amazon continua senza esitazioni. In Italia no.
Perché qui qualcuno ha osato chiedere tasse, controlli, trasparenza.
La risposta delle istituzioni
Dal fronte istituzionale filtra preoccupazione. Il presidente dell’ente aeronautico nazionale ha
spiegato che "tutto era pronto per il via libera, ma la rinuncia è arrivata all’improvviso",
aggiungendo il timore che non sarà l’ultima retromarcia.
Non è solo Amazon
Il caso va oltre una singola azienda. Riguarda il rapporto tra Europa e big tech americane.
Un rapporto sempre più teso, fatto di regole europee e reazioni aggressive da oltreoceano.
Se il messaggio passa, il rischio è evidente: le multinazionali decidono dove investire
non in base all’innovazione, ma alla docilità dei governi.