Unilavoro PMI “Urgente introdurre Salario Minimo e ridurre costo del lavoro”

 
Di recente Eurostat ha pubblicato i dati relativi al 2017 dei lavoratori poveri in Italia. Prendendo come riferimento la retribuzione lorda, la situazione interessa il 24,2% dei redditi individuali (quasi 1 persona su 4), ben più su del 19,6% registrato nel 2006. E se tra gli uomini si “ferma” al 16,5%, per le donne schizza al 31,8%. Per quanto riguarda i settori il turismo è nell’occhio del ciclone con un rischio di salari scarsi che ammonta al 64,5% (considerando le paghe annuali), seguono il commercio, le costruzioni e l’agricoltura (30%).

L’elaborazione openpolis su dati OCSE sui salari ha registrato negli ultimi 30 anni un aumento dei salari medi annuali in tutto il continente europeo ad eccezione dell’Italia dove nel 2020 si guadagna meno che nel 1990, con una differenza di circa 1000 euro (da 36.870€ a 35.830€). Oltretutto i salari lordi annuali italiani sono ad oggi gli unici dell’UE (insieme a quelli spagnoli) a non aver registrato alcun incremento dal 28 febbraio del 2002, ovverosia dal giorno di entrata in vigore dell’Euro (dato Istat).

Questa è la posizione del Vicepresidente Nazionale di Unilavoro PMI Giovandomenico Guadagno in merito al tema.

“È necessaria nel nostro Paese una legge che preveda l’introduzione di un salario minimo, lasciando però libera la contrattazione collettiva. Tutto ciò per dare completa attuazione all’art. 36 della nostra Carta Costituzionale, che prevede il diritto del lavoratore a ricevere una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé ed alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Questo obiettivo non si raggiungerà, come in modo semplicistico vorrebbe qualcuno, con l’efficacia ‘erga omnes’ di una parte dei CCNL. Ci sono dei comparti, ad esempio quelli della vigilanza privata e servizi fiduciari o dei Multiservizi, in cui la contrattazione collettiva considerata “leader” prevede salari veramente bassi. Per questo è indispensabile definire una soglia minima sotto la quale non si possa scendere, visto che siamo anche uno dei pochi paesi in Europa a non prevederla.

Riteniamo necessario che si proceda ad una complessiva riforma del lavoro, che vada oltre i singoli provvedimenti attuati dai vari governi. Come Unilavoro PMI abbiamo avanzato alle Commissioni Parlamentari alcune proposte per la tutela e valorizzazione dei nostri ‘Maestri’, affinché si proceda ad una drastica riduzione del cuneo fiscale sulle quote aggiuntive della retribuzione dei lavoratori più qualificati. Ad oggi un’azienda che vuole gratificare un proprio lavoratore è disincentivata per l’alto costo degli oneri collegati alla retribuzione. Per questo è indispensabile semplificare anche le modalità di applicazione di strumenti come il premio risultato e il welfare aziendale, riducendo al minimo la burocrazia e lasciando maggiore flessibilità nell’utilizzo alle piccole e medie imprese”.
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