Turismo e ristorazione, è crisi nera Unilavoro: “È necessario prorogare le misure di emergenza”

 
Con il decreto siglato dal Consiglio dei Ministri il 5 Gennaio, da lunedì scorso sono scattate le nuove regole che prevedono l’estensione dell’utilizzo della certificazione verde rafforzata per accedere a servizi e trasporti, inclusi servizi di ristorazione, mostre, musei, locali, hotel, palestre, piscine, convegni e molto altro.  

Già a dicembre molti settori come turismo e ristorazione avevano fortemente risentito dei provvedimenti Covid e dell’aggravarsi della situazione epidemiologica.

Con l’estensione del Super Green Pass bar e ristoranti si preparano a perdere un’altra fetta di clientela che si aggiunge alle centinaia di persone che per paura, perché finite nel vortice delle quarantene o perché positive, hanno deciso di non usufruire di questi servizi. Secondo le ultime stime questi settori potrebbero perdere il 60% dei loro fatturati, con le città che si ritroverebbero ancora divise tra il centro (le cui perdite si attesterebbero tra il 70 e l’80%) e le periferie (tra il 40 e il 50%).

Dobbiamo inoltre considerare che la perdita della nicchia dei clienti no vax fa da contorno a una situazione per le aziende già di per sé complicata a causa di tutto il personale malato o in quarantena.

“Il Green Pass per le attività di ristorazione all’aperto - afferma Mirco Ghiotti, vicepresidente Nazionale di Unilavoro PMI - fa parte delle misure volte a contenere la diffusione di Omicron e come tali non possono essere osteggiate. Oltre al fronte sanitario però occorre pensare anche a quello economico e della tenuta delle imprese.

Le attività ricettive e di ristorazione stanno subendo un nuovo crollo e saranno pertanto costrette ad utilizzare gli ammortizzatori sociali. Purtroppo però le misure straordinarie Covid sono scadute nel 2021, e per questo a nostro avviso è necessario che venga  prorogata urgentemente la cassa integrazione Covid almeno in alcuni settori come turismo, ristorazione, moda e pubblici esercizi”.

“A causa della mancanza di turismo – prosegue Ghiotti - le città d’arte stanno soffrendo più di tutte le altre, insieme a tutti i settori imprenditoriali da cui sono costituite. L’assenza dell’abituale flusso di turisti ha svuotato non solo bar e ristoranti ma anche gli hotel. È quindi necessario risolvere una volta per tutte la problematica degli affitti onerosi che le attività dei centri storici non possono più permettersi”.

“Visto che il momento è critico e che la fine dello stato di emergenza è stata posticipata al 31 marzo – conclude Ghiotti - è necessario prorogare almeno fino a tale data tutte le misure di sostegno alle imprese in crisi”.
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