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Spalma crediti Superbonus, Confprofessioni: effetti negativi molto impattanti

 
L’emendamento “spalma-crediti” Superbonus determinerà effetti negativi molto impattanti per tutti gli operatori del settore: professionisti, imprese, banche, intermediari finanziari, cittadini. «Pur comprendendo e condividendo la necessità di salvaguardare i conti pubblici, la modifica del criterio di  ripartizione delle spese del Superbonus  in 10 anni, anche se a partire dalle spese sostenute dal 1 gennaio 2024, previsto come un obbligo anziché come mera facoltà, esteso anche alle spese del sismabonus e a quelle del bonus barriere architettoniche,  lede i diritti acquisiti da cittadini, imprese e professionisti che hanno fatto affidamento su una legge dello Stato,  e  costringerà gli stessi, ad anno in corso,  a modificare operazioni economiche molto impattanti sui propri bilanci e sui cash flow».

È quanto afferma la vicepresidente di Confprofessioni, notaio Claudia Alessandrelli, coordinatrice del gruppo di lavoro di Confprofessioni istituito allo scopo di seguire e monitorare la normativa del Superbonus 110% e di tutti i bonus edilizi, in merito all’ emendamento presentato dal Governo al Decreto-legge n. 39, entrato in vigore lo scorso 30 marzo 2024. Confprofessioni ha da sempre rivendicato con forza una “tregua normativa”: non è possibile legiferare continuamente con conseguente modifica delle disposizioni che regolano le procedure, e per giunta con effetti retroattivi prima della entrata in vigore della disposizione normativa, si legge in una nota del gruppo di lavoro.

«La svolta impressa dal Governo con i provvedimenti di “chiusura” del Superbonus impone l’individuazione di una strategia alternativa per conseguire gli obiettivi della sostenibilità energetica del nostro patrimonio edilizio e di sostegno al settore dell’edilizia, al fine di recepire la cosiddetta Direttiva “Case green”», aggiunge Alessandrelli che detta la ricetta delle tre “S”: semplificazione, sistematicità e stabilizzazione delle misure agevolative.  Un obiettivo particolarmente sfidante per l’Italia posto che nel nostro Paese circa 1,8 milioni di edifici residenziali sul totale di 12 milioni rientrano tra gli edifici più energivori (con classe energetica G), 9 milioni di edifici residenziali ricadono in classe E, F e G, mentre il Superbonus 110% ha riguardato sino ad ora meno di 500 mila edifici.

«In questa fase, diventa indispensabile accorpare tutti i bonus sotto un’unica detrazione fiscale di portata inferiore, eventualmente rimodulando i meccanismi, con modalità di incentivazione differenziata. Infine», conclude Alessandrelli «è imprescindibile definire un sistema di norme chiare e di facile interpretazione ed applicazione da parte degli operatori economici e dei cittadini beneficiari, evitando modifiche della disciplina troppo ravvicinate alle scadenze, oltre che prevedere per le misure agevolative un orizzonte temporale di riferimento sufficientemente stabile nel medio e lungo periodo».

 
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