Riordino gioco on-line, Acadi: "fare presto, a rischio Pmi"

 
"Sul tema del decreto di riordino dell'on-line, abbiamo rilevato che i parametri d'ingaggio sono molto alti e rischiano di penalizzare le piccole medie imprese italiane". Queste le parole di Geronimo Cardia, presidente di Acadi, l'Associazione dei concessionari di giochi pubblici, intervenendo alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato sull'attuazione dell'articolo 15 della Delega fiscale. L'Associazione ha inoltre ribadito la necessità che i divieti di pagamento all'estero siano resi operativi, così da contrastare il fenomeno di sversamento della domanda di gioco su circuiti illegali. Durante l'incontro è stato anche presentato un documento comune firmato da Acadi Confcommercio, Astro Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, EGP-Fipe e Sapar.

"Occorre fare subito il riordino del territorio", ha proseguito il presidente Cardia, perché diversamente la questione territoriale, che pende dal 2011, continuerebbe a operare con i suoi divieti provocando l'espulsione della rete generalista dai territori, che porterebbe ad una perdita di gettito erariale, di presidio di legalità, di occupazione e di tutela effettiva dell'utente.

Il rischio maggiore è soprattutto quello di perdere gettito erariale, a causa sia dei riversamenti della domanda di gioco sui circuiti illegali, ma anche su tipologie di gioco regolamento con fiscalità più bassa, non colpiti dai distanziometri e dalle limitazioni di orario. 

"Nell'immediato occorre che il percorso giudiziale delle contestazioni dei distanziometri e degli orari espulsivi non sia lasciato ai soli operatori perché gli interessi lesi sono principalmente di natura pubblicistica: dalla perdita di gettito alla necessità di tutela effettiva dell'utente e dei presidi della legalità", ha concluso il presidente Cardia.
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