Polveriera Russia: Prigozhin, da fedelissimo di Putin a suo avversario

- di: Redazione
 
La rivolta armata di Evgenij Prigozhin, dopo mesi di durissime critiche al comando militare russo e a come è stata condotta la campagna militare in Ucraina, apre forti interrogativi su quali siano i suoi reali obiettivi, dal momento che sembra avere deciso di abbandonare completamente il basso profilo tenuto sino all'inizio dell'invasione, quando si limitava a occupare un ruolo defilato nell'Olimpo degli amici di Vladimir Putin. 

Al punto che, per anni, ha addirittura negato di avere legami con il gruppo Wagner che tutti sapevano essere una sua creatura. Ora, questo ex detenuto (ha scontato una condanna a nove anni di reclusione, dopo la disintegrazione dell'Unione Sovietica) ha deciso di spogliarsi dei panni del ''subordinato'' per indossare quelli del protagonista. Cosa che gli è oggi resa possibile dai benefici (enormi quelli economici) che ha ottenuto nel tempo, diventando il braccio armato occulto del Cremlino, quando si è trattato di ''sbrigare'' qualche faccenda delicata, in Siria come in Africa o di scatenare campagne di disinformazione, grazie alle sue "fabbriche di troll".

Prigozhin, anche grazie al suo stile diretto (ma anche volgare: basta sentire i contenuti dei suoi messaggi), ha conquistato ampie simpatie tra coloro che vorrebbero un restringimento dei già pochi spazi di libertà in Russia.  Ma a fare di ostacolo alle sue mire c'è (più corretto dire che c'era) una situazione di fatto: lui non aveva alcun incarico ufficiale e, quindi, aveva pochissime sponde all'interno della complessa macchina dell'amministrazione russa.

Con il tramontare delle sue speranze personali, Prigozhin ha imboccato un'altra strada, politicamente delicatissima: contestare il Cremlino, direttamente e senza diplomazia.  Così, dopo che Putin e la sua corte hanno detto che l'invasione dell'Ucraina era necessaria per denazificare il Paese, nelle ultime ore Prigozhin ha fatto sentire la sua voce dicendo che ''siamo arrivati in Ucraina come ronzini. Abbiamo percorso tutto il territorio con i nostri grandi stivali alla ricerca di nazisti. Abbiamo colpito chiunque potessimo. Siamo andati a Kiev, ci siamo cagati a vicenda e ci siamo ritirati. La sua smilitarizzazione? Un completo fallimento''. ''Oggi l'Ucraina - ha detto in un'altra occasione - ha uno degli eserciti più forti del mondo. Il futuro dell'"operazione militare speciale"? Buio. Siamo nella situazione in cui possiamo semplicemente perdere la Russia".
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