Pil Italia, S&P Global Ratings alza stime per 2021 (+6,4%)

- di: Teleborsa
 
La nuova ondata di Covid 19 "potrebbe rallentare la ripresa dei consumi, soprattutto nei servizi rivolti ai consumatori. Manteniamo quindi la nostra previsione sul PIL dell'Eurozona al 5,1% per quest'anno e abbassiamo la previsione per il 2022 di 0,1 punti percentuali al 4,4%, nonostante un rialzo sorprendentemente forte nel terzo trimestre. Detto questo, poiché la situazione pandemica in Europa e altrove è di nuovo fluida, la vediamo come un rischio per la nostra baseline macroeconomica". E' quanto emerge dal report relativo alla previsioni macro di S&P Global Ratings per l'Eurozona. Riviste al rialzo le previsioni sul PIL dell'Italia per l'anno in corso: dal 6% di fine ottobre al 6,4%.

"Il tasso di inflazione - scrive l'agenzia di rating in una nota - dovrebbe scendere a circa il 2% l'anno prossimo, a mano a mano che il gap tra domanda e offerta si allenta e la fine delle agevolazioni fiscali inizia a far diminuire l'inflazione headline. Altri fattori strutturali sono destinati a far salire gradualmente i prezzi al consumo solo dalla fine del 2023".

Sulla politica monetaria "pensiamo che la Bce aspetterà fino al 2024 per aumentare i tassi. Tuttavia è probabile che la banca centrale elimini gradualmente gli acquisti netti nell'ambito del PEPP a marzo 2022. Il tapering non verrà probabilmente inserito in agenda prima della fine del 2023".

Quanto alle catene di approvvigionamento "i colli di bottiglia dovrebbero attenuarsi gradualmente, ma si estenderanno al prossimo anno - spiega nella nota S&P -. La Germania è stata la più esposta a causa di un settore manifatturiero più grande e della sua lunga catena di approvvigionamento. Grazie a settori più orientati al mercato interno e a pacchetti di aiuti, Francia e Italia si stanno riprendendo più rapidamente del previsto".

La ripresa, per settori, vede "l'occupazione e la creazione di valore più forti nell'informazione e nella comunicazione, nella finanza e nell'immobiliare, mentre i settori orientati al consumo hanno ancora un po' di strada da percorrere e i colli di bottiglia stanno ostacolando l'industria"
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