Pictet AM - Mercati finanziari tra elezioni e geopolitica

- di: Fabio Castaldi, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management
 
Nel mese di giugno, i mercati finanziari hanno concentrato l'attenzione sugli aspetti geopolitici, con le decisioni delle banche centrali ampiamente anticipate e senza sorprese significative. Nonostante le possibili incertezze future, la riduzione del rischio di politiche estreme in Francia è stata vista positivamente dai mercati, mentre rimangono le preoccupazioni legate alla situazione politica negli Stati Uniti.

All'indomani dei risultati delle elezioni del Parlamento Europeo e a quelle di diversi paesi emergenti, nel mese di giugno l'attenzione dei mercati finanziari si è concentrata prevalentemente sugli aspetti geopolitici e meno su quelli di politica monetaria. Il taglio di 25 punti base della Banca Centrale Europea era stato ampiamente anticipato, come anche la posizione di maggior cautela della Federal Reserve, alla luce di dati del primo trimestre sull'inflazione americana in leggera risalita e di una crescita ancora sostenuta. Nessuna sorpresa sui mercati finanziari neanche per i due tagli da 25 punti base anticipati dalla Fed da qui a fine anno. Un altro tema importante è stato il dibattito avvenuto il 26 giugno scorso tra i due candidati alle elezioni presidenziali del 15 settembre: Trump e il presidente Biden. La pessima performance del presidente in carica ha messo in seria discussione non solo la sua candidatura, ma anche la probabilità di successo del partito democratico. Molti ora auspicano un cambio di nomina, ma la vicepresidente Kamala Harris, la candidata alternativa, sembra aver ben poche probabilità di successo nella competizione elettorale.

Il risultato delle elezioni europee di inizio giugno ha avuto un impatto importante in paesi-chiave dell'eurozona, Francia in primis, le cui implicazioni e conseguenze dovranno essere verificate alla luce dei risultati delle elezioni legislative francesi di luglio. Quest’ultima e definitiva tornata ha riservato sorprese inaspettate rispetto alle previsioni: l'alleanza di sinistra, il nuovo fronte popolare, è emersa come il blocco più numeroso con 180 seggi, seguito da Ensamble, il gruppo di Macron con 163 seggi, e superando anche il gruppo di Le Pen che si ferma a 143 seggi. Rispetto alle attese della vigilia, quindi, consideriamo il risultato elettorale complessivamente positivo. È possibile che ci sarà un breve periodo di incertezza nel futuro prossimo, ma due elementi sono chiari: il fatto che il gruppo lepeniano sia stato relegato al terzo posto rappresenta un aspetto sicuramente positivo nel medio termine, allontanando i timori antieuropeisti; il secondo aspetto è che la sinistra non può governare senza supporto di Macron, limitando il rischio di politiche estreme. Si può pertanto concludere che la scommessa del Presidente francese di indire le elezioni sia stato un successo. Pur essendo ancora prematuro ipotizzare quali scenari di governo siano possibili, possiamo prevedere che, in assenza di convergenze fra la sinistra moderata e Macron, lo scenario di governo più probabile è quello di un governo tecnico con i moderati in una posizione dominante. Questo scenario sarebbe da considerare positivo sia per i mercati, sia per le dinamiche dell'eurozona.


Alla luce degli eventi descritti, e senza escludere possibili incidenti di percorso nelle prossime giornate, riteniamo superata la fase critica della crisi francese, ma rimaniamo più preoccupati per la situazione negli Stati Uniti legata alle prossime elezioni presidenziali. Per questo, durante il mese di giugno abbiamo ridotto parzialmente il rischio sulla componente azionaria, sia in Europa che negli Stati Uniti, acquistando altre opzioni put sui Treasury Note americani.
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