Piccoli mostri crescono
- di: Barbara Leone
Sabato scorso si è celebrata la Giornata mondiale del cane. Sui social (a cominciare da chi scrive, sia chiaro) è stato un profluvio di dediche, frasi strappalacrime, cuoricini luccicosi e foto felici coi nostri amici a quattro zampe. Tutto bello bellissimo, commovente e finanche consolante. Perché vien quasi voglia di crederci che all’essere umano freghi qualcosa degli animali. Per molti, tantissimi, è così. Ma c’è una consistente fetta di marcia umanità cui non solo non frega nulla, ma li tratta alla stregua di immondizia. E quel che impressiona di più, è che molto spesso (quasi sempre) si tratta di giovani, se non giovanissimi. Nelle stesse ore in cui le pagine social trasudavano amore per i vari Lucky, Briciola e chi più ne ha più ne metta, cominciava a circolare un mostruoso video girato in quel di Anagni, ridente paesino di neanche ventimila anime situato nei pressi del frusinate. Località che tutti conosciamo, non foss’altro perché percorrendo la A1 una volta sì e l’altra pure all’altezza dell’uscita Anagni-Fiuggi c’è sempre qualche coda o inspiegabile rallentamento. Il video in questione è stato girato in un agriturismo ove si svolgeva una festa di 18esimo compleanno. Tutti maggiorenni, o giù di lì e, pare, figli della Fiuggi bene. Addirittura tra i presenti pare che vi fosse anche il figlio di un assessore. Giusto per dire che, almeno sulla carta, non si trattava esattamente di squinternati o conclamati delinquenti. Ciò che è successo, però, è da delinquenti eccome. Anzi, da veri e propri criminali.
Per noia, divertimento, eccesso d’alcol o banalissima crudeltà alcuni di essi hanno ben pensato di prendere a calci un’innocente capretta che si era avvicinata per farsi fare le coccole. Quest’anima innocente è stata massacrata di calci, tirata per aria e, agonizzante, scaraventata al di là di un muretto. Il tutto puntualmente documentato con un video diventato in poco tempo virale. Ovviamente l’indignazione è stata generale: sono state avviate le indagini e le varie associazioni animaliste sono scese in campo per chiedere giustizia. Che quasi certamente non ci sarà: perché se è vero che il maltrattamento di animali è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi, è altrettanto vero che questi criminali non fanno mai nemmeno un giorno di galera. Basti pensare che gli assassini (sì: assassini) di Angelo, un povero cane seviziato per ore da quattro giovinastri nel cosentino, sono stati sì condannati alla massima pena ma tra attenuanti e riti abbreviati se la son cavata coi soliti domiciliari e lavori socialmente utili. Quindi c’è poco da illudersi: anche i mostri dell’orrore di Anagni se la caveranno con poco. Laddove sarebbe davvero ora di dare una lezione esemplare, visto che le leggi ci sono e andrebbero fatte rispettare. Fa amaramente sorridere, si fa per dire, che i parenti di questi subumani si lamentino per le offese e insulti ricevuti: vuoi vedere che mo’ è colpa della capretta che ha trovato il lupo cattivo? La storia si ripete.
A orrore si aggiunge orrore, perché pochi giorni fa a Verona sono stati addirittura dei bambini, per giunta in una festa allestita in una parrocchia, ad ammazzare dei coniglietti peraltro portati apposta per far divertire i piccoli criminali in erba. Che si son divertiti eccome, sbattendo i poveri coniglietti contro le gabbie fino a farli stramazzare al suolo. E che facevano gli adulti? Li cazziavano? Li prendevano a calci nel sedere? Manco per niente: li incitavano a massacrare i coniglietti sempre di più. La verità è che se ci mettessimo ad elencare i casi di crudeltà nei confronti degli animali, anche solo dell’ultimo mese, non ci basterebbero mille pagine. Senza contare i dati dell’Enpa sugli abbandoni estivi di cani e gatti: 127 al giorno. Per un totale, a spanne, di oltre cinquantamila animali abbandonati sulle strade italiane. E vogliamo parlare poi dell’intolleranza dei bagnanti che a Porto Venere hanno aggredito e cacciato dalla spiaggia una ragazza non vedente che voleva fare il bagno in mare col suo cane guida? Siamo allo schifo più totale. Siamo senza speranza. Siamo l’errore di Dio. E basta a prendercela con le istituzioni, la scuola, la società brutta e cattiva o quant’altro. L’educazione inizia a casa, in famiglia. E’ compito dei genitori insegnare ai figli la differenza tra il bene e il male. Le cose sono due: o non ve ne è fregato nulla mentre questi protozoi crescevano, o siete peggio di loro. La mela, si sa, non cade mai distante dall’albero. C’è poco da fare, se non confidare nel solito meteorite. Ma pure lui ci schifa.