Opera, un centro di saggio e conoscenza per un’agricoltura sostenibile

- di: Barbara Leone
 
Nove giovani su dieci considerano la sostenibilità ambientale e la lotta al riscaldamento globale fondamentali per il benessere del loro futuro. In questo senso l’agricoltura è il settore che meglio di altri sta interpretando queste urgenze. Prova ne sia che dall’ultimo studio dell’Osservatorio del mondo agricolo intitolato “La riscoperta dell’agricoltura nella youth economy” è emerso che ben il 60% dei giovani agricoltori nell’ultimo anno hanno operato per rendere la filiera del cibo sostenibile. Non solo. La ricerca, infatti ha rilevato inoltre che per i giovani l’agricoltura sostenibile significa anche concrete opportunità lavorative, con l’88,7% convinto che sia possibile creare occupazione di qualità. Proprio in questa direzione si muove Opera, un’azienda che fornisce soluzioni nel settore agrofarmaceutico e che ha concentrato le proprie ricerche su fitosanitari e biostimolanti sostenibili per una agricoltura biosostenibile. Tutto è iniziato nel 2020 a Codogno. In piena pandemia, e a due passi da quell’ospedale divenuto tristemente famoso per il tampone zero che avrebbe dato il via all’inferno covid.

Qui due giovani, spinti dalla voglia di riscatto e di crescita, hanno tramutato la crisi in occasione dando vita al loro piccolo grande miracolo. Opera, appunto. Che è innanzitutto “un centro sperimentale per l’agricoltura, in particolare prodotti agrofarmaci (pesticidi) e innovativi (biostimolanti e nuovi concimi) con prodotti innovativi”, ci spiega il trentatreenne Stefano Jondini, fondatore dell’azienda unitamente al suo amico e socio Davide Pagella. Anche se poi, crescendo, in azienda da due sono diventati in sei ad occuparsi di tutto. “Oggi come oggi - prosegue Jondini - oltre a prodotti fitosanitari (agrofarmaco) utilizzati per la difesa delle colture, fondamentali per la salute delle colture ci sono  in particolare prodotti innovativi come i biostimolanti che aiutano la pianta a rinforzarsi'”. Due sono i pilastri su cui si fonda questa giovane azienda: sviluppo e ricerca. “Questo - sottolinea Jondini - è assolutamente fondamentale, perché siamo in un momento molto particolare per l’economia, in cui è difficile recuperare le materie prime e le normative europee ci impongono un alto livello di quelli che sono i requisiti per i prodotti dell’agricoltura per la salute dell’uomo e l’ambiente. Investire in ricerca vuol dire sviluppare prodotti innovativi che non riguardano nuove sostanze attive, ma prodotti che abbiano delle formulazioni che prevedono l’utilizzo di prodotti come lo scarto dell’industria alimentare, e dunque non pericolosi, e che puntino ad avere dei prodotti che siano sicuramente a basso rischio e sostenibili. Questo è un concetto estremamente importante'”. Del resto la politica europea, in questo senso, è molto chiara. Anche se a tratti appare un po’ sbilenca.

Come nel caso dei pesticidi. Perché se da una parte è giustissimo ridurne l’uso, dall’altra occorre trovare delle valide alternative altrettanto green. Non come il paradosso del meno chimica nei campi e più chimica nei piatti, visto che a Bruxelles sono in molti a strizzare l’occhio per sostenere investimenti in prodotti alimentari realizzati in laboratorio, dalla carne alle uova fino al latte. Le soluzioni vanno trovate, ma con gli agricoltori. Non contro di loro. Tre sono i punti cardine della sostenibilità in agricoltura: concimi, energia ed acqua. “Questo - osserva Jondini - si lega in pratica a quello che è il concetto di sostenibilità. Significa che se noi aiutiamo le piccole e medie imprese che hanno progetti innovativi le aiutiamo a sviluppare sottoprodotti di altre filiere come l'industria alimentare, e  a sviluppare in agricoltura l’economia circolare che è poco impattante su quello che sono le materie prime, energia, corrente”. Perché, ricorda Jondini “l’economia circolare e l’agricoltura sostenibile vanno a braccetto. Molto spesso quando si parla di prodotti per l’agricoltura si parla di prodotti in cui magari si deve formulare e produrre da zero il prodotto, ma se si lavora su sottoprodotti di altre aziende, come gli scarti alimentari, comporta che invece di andare a comprare un concime dalla parte opposta del mondo impattando su costi e ambiente, si punta viceversa sui prodotti non pericolosi e l’efficacia dei prodotti.

E alla fine hai un prodotto ad alto valore aggiunto e avere costi più bassi”. Una delle particolarità di questa azienda è che si tratta di un Centro di saggio (regolarmente autorizzato dal Ministero delle politiche agricole), ovverosia un insieme di persone, locali e unità operative necessarie per l’esecuzione di uno studio non clinico sulla sicurezza per la salute umana e l’ambiente. Nella fattispecie si tratta di una delle strutture riconosciute ufficialmente idonee a condurre prove ufficiali di campo per valutare l’efficacia dei prodotti fitosanitari. In questo senso Opera offre un servizio di consulenza alle aziende che producono prodotti per l’agricoltura, ma anche per le aziende agricole “perché - spiega Jondini - gli agricoltori sono curiosi di sapere quali sono i prodotti innovativi sul mercato. Opera - dice in conclusione - è nata cercando di mettere in comunicazione due mondi della stessa filiera, come le conoscenze delle normative del settore e il mondo dell' agricoltura vera e propria”. L’attività della società è concentrata nella realizzazione di nuove tecnologie, perché i mezzi tecnici per l’agricoltura non sono semplicemente le strumentazioni. Ma anche e soprattutto lo studio e la sperimentazione sul campo di prodotti innovativi. Per farlo occorre studiare per capire come rendere efficaci e possibili tali prodotti. Che Opera sviluppa per la sperimentazione e per sfruttarli al meglio in un futuro dell’agricoltura sempre più green. 
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